Carrara - Il vicepresidente della delegazione Livorno e Massa-Carrara di Confindustria si inserisce per la prima volta nell'acceso dibattito sul futuro dello scalo di Marina di Carrara

“Il nuovo Piano Regolatore rischia di rimanere bloccato da un eccesso di funzioni e da visioni contrapposte. Il porto non deve diventare una cartolina. Deve restare un’infrastruttura viva, capace di generare lavoro” lo ha detto Matteo Venturi, vicepresidente di Confindustria Livorno Massa Carrara in occasione dell’assemblea che ha riunito le delegazioni della Toscana centrale e della costa. Una sottolineatura critica, quella sullo scalo di Marina di Carrara, da mesi al centro di un acceso dibattito politico. Una presa di posizione, quella di Venturi motivata dai dati sull’industria apuana:“La meccanica, con Baker Hughes e Aero Service, è oggi una colonna portante del nostro PIL e da sola vale il 50% dell’export provinciale”. Il vicepresidente non lo dice esplicitamente ma se i due colossi hanno puntato sul territorio apuano è anche o forse soprattutto per la presenza del porto. Insieme alla meccanica, l’altro grande motore dell’economia provinciale è ovviamente il marmo che – annuncia Venturi – “ha superato i numeri record del 2022” e “cresce anche sul fronte della la lavorazione”. Anche per questo il vicepresidente sottolinea che sulle cave servono “equilibrio, regole chiare, legalità e una visione industriale. Le imprese devono essere ascoltate, rappresentata, capìte e Confindustria – ha concluso – può e deve essere uno di questi luoghi”.