Pardini e il dilemma del post Minniti

Pardini e il dilemma del post Minniti

Redazione

di Redazione

LUCCA - Il sindaco di Lucca costretto a silurare l'assessore alla sicurezza e al sociale cerca la soluzione più indolore per salvare gli equilibri della giunta

Il contraccolpo per la giunta Pardini è inevitabile. L’imposizione da parte di un partito, la Lega, di rimuovere dall’incarico di assessore un suo esponente, Giovanni Minniti, già vicesindaco e con le deleghe alla sicurezza e al sociale, potrebbe costare cara all’immagine del sindaco e della sua squadra. Forse proprio per la prepotenza con cui è stata condotta la vicenda da parte dei vertici locali del Carroccio dopo che il consigliere regionale Baldini aveva fatto esplodere il caso dei 24 senzatetto nella corte di Antraccoli, puntando il dito contro l’assessore del suo stesso partito. Mossa che ha provocato reazione interne, in primis quella della deputata Elisa Montemagni che ha tentato invano di ricomporre l’unità. Gli strascishi, dicevamo, sono inevitaibili. Il sindaco che ha difeso fin dall’inizio il suo assessore e che era riuscito a tranquillizzare i cittadini con la promessa che il progetto sarebbe stato rivisto, non ha avuto voce voce in capitolo sulla questione visto che tra pochi giorni, suo malgrado, dovrà ritirare le deleghe a Minniti e presentare un nuovo assessore. Quella del sostituto sarebbe  la soluzione più indolore per Pardini, ma non è detto che sia praticabile.  Sul tavolo c’è anche, infatti e per fortuna, una questione di competenze che potrebbe rendere necessario un rimpasto di deleghe. Il nome più papabile, Antonino Azzarà, consigliere della Lega con più preferenze, che in passato ha ricoperto si ruoli amministrativi importanti, ma non nella sicurezza e nel sociale, bensì, tra gli altri, nei lavori pubblici e cosi vale per l’altro possibile sostituto, l’attuale responsabile comunale della Lega a Capannori Salvadore Bartolomei.  Di male in peggio per gli equilibri della giunta. Con il rimpasto, infatti,  il prezzo da pagare sarebbe ancora più alto per  il sindaco che  si vedrebbe costretto a trattare non solo con la Lega, ma con tutte le forze politiche della sua coalizione, pronte a chiedergli il conto.