Viareggio - Un anniversario amaro quello dei vent'anni della morte di Matteo Valenti, ucciso da un incidente sul lavoro quando era appena ventitreenne. Ancora troppi infatti, gli incidenti mortali sui posti di lavoro
Era il 12 novembre del 2004 quando, esattamente vent’anni fa, l’allora ventitreenne Matteo Valenti moriva ustionato all’interno dell’azienda Mobiliol di via Aurelia nord dove era impiegato come apprendista.
Una tragedia che scosse Viareggio e l’Italia tutta che iniziò a tornare ad interessarsi alla problematica relativa alla sicurezza sul lavoro. Nessuno infatti, emerse dalle carte del processo, aveva messo in guardia Matteo dei rischi in cui poteva incorrere durante il processo di lavorazione dei prodotti.
Una tragedia che però non vide un vero e proprio riconoscimento da parte della giustizia, dato che i titolari dell’azienda decisero di patteggiare, vedendo la pena ridursi ad un terzo, ovvero 30 mesi.
Da lì la decisione della madre di Matteo, Gloria Puccetti, di creare un comitato per occuparsi della sicurezza sul lavoro.
Matteo però, in questi venti anni, è diventato un simbolo a Viareggio, prima con l’inaugurazione della statua realizzata dallo scultore Libero Maggini poi con l’intitolazione, ancora prima che trovasse una collocazione definitiva, del beach stadium dove gioca il Viareggio Beach Soccer.
Vent’anni da quella morte bianca dai quali però, leggendo le cronache quotidiane, il mondo del lavoro sembra aver tratto ben pochi insegnamenti.