LUCCA - Coldiretti Toscana lancia l'allarme sulla concorrenza sleale che arriva da paesi dove si usano pesticidi e manodopera irregolare e invita a preferire prodotti toscani e nazionali.
Il crisantemo, fiore simbolo della festa dei morti, è in crisi. Una domanda sempre più fiacca da parte del mercato ed i crescenti costi di produzioni che i floricoltori devono sopportare lungo l’arco dei sei mesi, tanti ne occorrono per ‘allevare’ il fiore prima di essere commercializzato, hanno ridotto di almeno il 15% la produzione. A dirlo sono Coldiretti Toscana e l’Associazione nazionale fioristi e floricoltori italiani . “La ricorrenza del 2 novembre è un momento molto importante per le aziende florovivaistiche che vale fino ad un quinto del loro fatturato – spiegan Coldiretti -. La coltivazione dei fiori di Ognissanti ha in Toscana, tra Lucca, la costa Apuana e Pescia, il suo principale polo produttivo dove vengono coltivati da oltre 200 aziende specializzate poco meno di 5 milioni di steli-fiore destinati a questo particolare periodo”.
La difficoltà a reperire manodopera, per una coltivazione impegnativa, l’incidenza dei costi energetici la presenza crescente di fitopatogeni e la concorrenza sleale selvaggia hanno portato nel corso degli anni ad una progressiva riduzione della produzione toscana. Malgrado le criticità, il crisantemo sarà il fiore più regalato in questi giorni. Se però fino a qualche anno fa era l’indiscusso protagonista nei cimiteri, negli ultimi anni si sono fatte largo altre varietà. Secondo Coldiretti tre toscani su quattro porteranno fiori ai propri defunti. Per evitare di alimentare la concorrenza sleale di paesi che impiegano manodopera irregolare e abusano di pesticidi Coldiretti Toscana e Affi invitano a preferire le coltivazioni locali per sostenere un settore che vale 900 milioni di euro.