Porto di Carrara, per Confartigianato deve tornare “toscano”

Porto di Carrara, per Confartigianato deve tornare “toscano”

Redazione

di Redazione

Carrara - Confartigianto Massa-Carrara irrompe nel dibattito sul futuro dello scalo apuano e lo fa con una netta presa di posizione del suo presidente

“Non abbiamo ottenuto nulla in 10 anni di accorpamento con La Spezia e rischiamo di perdere tutto in un futuro anche molto prossimo” parola di Sergio Chericoni, presidente di Confartigianato Massa-Carrara che sul futuro dello scalo apuano non ha dubbi: “Il porto di Marina di Carrara deve tornare in Toscana”. Alla base di questa scelta c’è una constatazione molto netta per l’associazione di categoria: “Quella che doveva essere una fusione si è trasformata in un’annessione da parte di La Spezia” afferma Chericoni ricordando che a Marina di Carrara, “Non è stato più nominato un direttore del porto, non c’è più un responsabile del demanio, non si gestiscono più appalti e manutenzione”. Il personale è fermo a 8 dipendenti più 1 interinale a fronte dei 16 previsti dal ministero e il travel lift che attendiamo da 10 anni non è ancora stato realizzato, afferma il numero uno di Confartigianato precisando che i numeri positivi sulle movimentazioni degli ultimi anni “dipendono tutti da contratti in essere ben prima dell’accorpamento con La Spezia”. “Non possiamo avere la testa in Liguria e il corpo in Toscana” conclude Chericoni ricordando che la costituenda Zona Logistica Semplificata nascerà su base regionale.