CALCIO LEGA PRO - La sconfitta con l'Ascoli, la quarta consecutiva, ha inasprito la crisi della Lucchese. Bacci promette la rivoluzione ma per ora i dirigenti "lucchesi" lo hanno stoppato. Ma Russo e Pagliuca rischiano.
Bacci promette tuoni e flumini ma per il momento la Lucchese è un cielo ricco di nuvole che vanno e vengono. Il clima è imbronciato e molto assomlglia a quello meteorologico che ci accompagna dall’inizo del 2014. Dopo la sconfitta con l’Ascoli, quarta consecutiva e quinta nelle ultime sei partite, il numero uno rossonero ha promesso la caduta di teste come ai tempi della Rivoluzione francese. In realtà il primo della lista era, e rimane, il DS Bruno Russo sul cui operato Bacci ha avuto parole non proprio carine, seguito ad una stretta incollatura dal tecnico Guido Pagliuca la cui panchina non è più così solida. Lo stesso Bacci (clamorosamnete contestato dalla Curva Ovest) non ha escluso il clamoroso ritorno, (ma è mai andato veramente via ?) del DG Giorgio Rosadini. Insomma la solita confusione organizzata che accompagna le vicende della Lucchese ormai da diverso tempo e che non può che avere conseguenze anche sul campo. Anche contro l’Ascoli la squadra ha palesato i soliti limiti. Fragilità difensiva che al primo spiffero subisce gol e poi la terribile fatica a trovare la via della rete. Contro i marchigiani Nolè e compagni hanno giocato anche un calcio discreto e generoso ma troppo sterile negli ultimi 25-30 metri per poter sperare di farla franca. Tanto lavoro attende Pagliuca in vista della trasferta e del lunch match di domenica a Forlì. Si sperava in un ottobre rossonero ed invece (finora) si può parlare solo di “ottobre nero”, anzi nerissimo della Lucchese.