Viareggio - Davanti l’ennesima incursione vandalica, Giuliano Bandoni chiude per protesta la Casina dove sono conservati i ricordi delle vittime della strage di Viareggio.
Hanno agito in pieno giorno, quando la Casina è aperta, staccando il sensore dell’allarme e lanciandolo nell’aiuola, per poi spargere intorno rifiuti ed escrementi. Il tutto a pochi giorni dalla precedente incursione, avvenuta mercoledì notte quando avevano divelto e danneggiato la porta, in quel momento chiusa. Due blitz in cinque giorni, gli ultimi di una serie che sembra non avere fine. E così Giuliano Bandoni, presidente del moto-gruppo le “Tartarughe Lente”, che si occupa da sempre della Casina, ha deciso di chiudere i battenti, a tempo indeterminato. Una chiusura senza precedenti, se si esclude un breve periodo poco prima del 2020, sempre per protestare contro i vandalismi. “Così non si può andare avanti” dice. Già perché l’intervento, tempestivo, del Comune per sistemare la porta divelta non basta. “Ci sono troppi balordi che bivaccano qui intorno, troppo degrado. Servono più controlli e bisogna attivare le telecamere”, spiega indicando il sistema di video sorveglianza già installato ma mai entrato in funzione. Intanto chiude serratura e lucchetto, amareggiato e sconfortato ma con la speranza di riaprire presto, perché qualcosa è cambiato.