Lucca - Dopo quella di Ubik, la decisione della libreria più longeva di Lucca scuote la politica. Bianucci (Sinistra Civica Ecologista) e Mammini (PD) parlano di impoverimento per la città
Scende in campo anche la politica dopo l’annuncio di LuccaLibri, il caffè letterario vista Mura che ha deciso di abbassare la saracinesca dopo quasi 40 anni di attività. Una decisione sofferta che infligge un colpo pesante a una città che nelle ultime settimane ha dovuto sopportare anche la chiusura di un’altra libreria, quella di Ubik.
“Lucca Libri e Ubik hanno chiuso e non possiamo permetterci che tutto ciò avvenga nel silenzio”, afferma il consigliere comunale del centrosinistra Daniele Bianucci. “Quando muore una sua libreria, la città dovrebbe avviare una riflessione. Quando a chiudere i battenti ne sono due in una manciata di settimane, porsi degli interrogativi diventa secondo me necessario. Due realtà culturali che per anni hanno arricchito il nostro territorio, oggi non ci sono più, e siamo tutti maggiormente poveri “, prosegue il capogruppo di Sinistra Civica Ecologista.
Sulla notizia si era già espressa anche la consigliera del PD Serena Mammini, sostenendo che “perdere LuccaLibri suona come un tetro de profundis. Preoccupa l’impoverimento umano che accompagna la città con questa saracinesca che si abbassa. Ma siamo sicuri che non tocchi a tutti noi, adesso, dimostrare di avere a cuore la libreria più longeva di Lucca e inventarci qualcosa? Dalle iniziative di crowdfunding alle formule di gestione pubblico-privata di spazi culturali, le ricette abbondano e forse lasciano il tempo che trovano. Non provarci nemmeno, però, avrebbe il sapore beffardo della sconfitta a tavolino”. Tanti finora i messaggi di solidarietà arrivati sui social a sostegno della famiglia Ciancarella.