Altopascio - Le analisi di Arpat escludono pericoli. Richiesta la messa in sicurezza e la rimozione una copertura di fibrocemento parzialmente danneggiata.
Un’elevata dispersione degli eventuali inquinanti e una forte diluizione degli stessi. Tradotto: nessun rischio dal punto di vista ambientale. È questo il quadro che emerge dalle analisi compiute da Arpat dopo il sopralluogo alla ditta Stefanini di Altopascio a seguito dell’incendio divampato il 28 luglio scorso, in cui sono andati in fumo 90mila litri di olio vegetale e altri materiali.
L’analisi dell’agenzia regionale si è concentrata anche su una tettoia di fibrocemento (circa 20 m2) parzialmente danneggiata dall’incendio. Al fine di confermare la presenza o meno di amianto è stato eseguito un campionamento del materiale. Le acque servite per spegnere le fiamme si sono riversate nella fognatura comunale e da lì al depuratore di Altopascio. Arpat ha infine richiesto al Comune un provvedimento per la messa in sicurezza ambientale del sito e la rimozione di tutti i rifiuti presenti. In particolare, per quanto riguarda la tettoia in fibrocemento.
L’incendio aveva destato inizialmente molta preoccupazione, costringendo la sindaca Ambrosio anche ad emanare un’ordinanza di chiusura di porte e finestre per le abitazioni e i luoghi di lavoro entro il raggio di un chilometro. Adesso questi esami di Arpat hanno sciolto ogni residuo dubbio.