CAPANNORI - I fondi del caffè non si buttano via, anzi, si possono recuperare per produrre funghi commestibili. 190 bambini dell'istituto “Micheloni” di Lammari hanno dato vita alla prima coltivazione sperimentale in Italia.
I fondi del caffè non si buttano via, anzi, si possono recuperare per produrre funghi commestibili. A Capannori 190 bambini dell’istituto comprensivo “Micheloni” di Lammari hanno dato vita alla prima coltivazione sperimentale d’Italia di funghi nati grazie al cosiddetto “oro nero” proveniente dalle moke e dalle macchine da espresso.
In quattro mesi gli alunni hanno riutilizzato più di 100 kg di caffè consumato nelle loro famiglie, che sono serviti per produrre Pleurotus Ostreatus, la terza specie di funghi più commercializzati in Italia. Assieme ai genitori sono poi state elaborate alcune ricette a base di questi funghi, per una degustazione in programma a Palazzo Boccella a San Gennaro.
Il progetto, che si chiama “Dal caffè alle proteine” è stato promosso dal Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori in collaborazione con l’istituto comprensivo e con la Asl 2 di Lucca ed è stato presentato tra gli altri dal vice sindaco, Luca Menesini e dal coordinatore del Centro Ricerca Rifiuti Zero, Rossano Ercolini.
I fondi del caffè, insieme alla segatura, sono stati utilizzati per preparare i kit, dal peso di 1kg l’uno, dal quale sono nati i funghi.
Il progetto, ha spiegato Rossano Ercolini, fa capire come i fondi del caffè, considerati uno scarto, siano in realtà una rilevante risorsa per coltivare ottimi funghi dai quali ricavare proteine a basso costo. Se si considera inoltre che ogni persona adulta, in media, produce 75 chilogrammi di fondi di caffè all’anno, si comprende l’importanza di questo progetto, che, se esteso su larga scala, potrebbe avere molti benefici.