VIAREGGIO - Buona la prima. Anzi, ottima la prima per il 151esimo Carnevale di Viareggio che al debutto ha registrato un "record di presenze", come confermato dal sindaco Del Ghingaro. Ecco tutti i carri in gara in prima categoria.
Un primo corso praticamente perfetto ha aperto il 151esimo Carnevale di Viareggio. A partire da sole primaverile, dalla presenza record di pubblico – che ha portato l’incasso a sfiorare il mezzo milione in un giorno – fino agli ospiti d’onore Marco Tardelli e Myrta Merlino. Ma tutta l’attenzione era sulle costruzioni: alte aspettative – non sempre del tutto ripagate – dopo l’anno straordinario della 150esima edizione.
Alessandro Avanzini con Il Circo dei Sogni ha puntato tutto sulla figura centrale di Salvador Dalì, riproducendo con efficacia il volto iconico di quello che fu un influencer ante litteram che fece della sua stessa vita un’opera d’arte.
La compagnia dei Lebigre-Roger, nel suo 20esimo anno, ha rappresentato con la consueta teatralità tutti i rischi dell’intelligenza artificiale invitando a ricorrere all’intelligenza alternativa, ovvero quella umana.
Parla ai giovanissimi Jacopo Allegrucci con Va dove ti porta il cuore, ricco di movimenti e dettagli: il bambino protagonista cerca di trovare il suo destino scansando le tentazioni e le influenze maligne intorno a lui.
Vince sempre il gigantismo con Roberto Vannucci che con il grande mammuth torna sui temi ecologisti: il bestione preistorico risvegliato dal cambiamento climatico trova un mondo completamente stravolto dall’inquinamento.
Il ritorno in prima categoria di Massimo e Alessandro Breschi segna anche il ritorno del tema della droga: un ragazzo intrappolato nella rete dello spaccio e minacciato da un ragno allegoria dei narcotrafficanti.
Luca Bertozzi porta tutti nelle atmosfere da Jurassic Park con un impressionante T-rex, forse il più ammirato dai bambini, metafora dell’aggressività della società di oggi.
Bla Bla Bar della famiglia Cinquini interpreta con efficacia le favole di Esopo con la rana che ubriaca il gran caprone: una scena da bar all’italiana dove si mescolano le illusioni e si fugge la realtà di decadenza.
Sceglie la poesia per affrontare un tema delicato come la follia Carlo Lombardi nel suo ritorno tra i carri grandi. Il grande cavallo azzurro – omaggio alla vecchia scultura dei pazienti del manicomio di Trieste – cerca di integrarsi nel contesto per abbattere i muri dell’indifferenza verso i malati di mente.
L’intelligenza artificiale torna anche nel carro di Luigi Bonetti, rappresentata come una minacciosa piovra meccanica, un mostro in movimento creato in laboratorio che rischia di sfuggire di mano.