Roma - No alla richiesta dei legali degli imputati di considerare incostituzionale il reato di disastro ferroviario. Un nuovo capitolo della vicenda giudiziaria che ha portato i familiari delle vittime a protestare nuovamente di fronte a Montecitorio e a chiedere l'intervento del Presidente Mattarella
I familiari delle vittime della strage di Viareggio sono tornati a manifestare di fronte a Montecitorio per chiedere l’intervento del Presidente Mattarella sull’ultimo, doloroso capitolo della lunga vicenda giudiziaria durata 14 anni che vede il prossimo dicembre la calendarizzazione della prima delle tre udienze del 5° grado di giudizio, la Cassazione bis.
Ma il colpo di scena cha ha portato l’associazione Il Mondo che Vorrei a scendere nuovamente in piazza a Roma, è stata la richiesta avanzata dagli avvocati difensori degli imputati – già condannati – di sospensione del processo per incostituzionalità del reato di disastro ferroviario.
Tale proposta, se venisse accolta, porterebbe, oltre alla sospensione dell’attuale giudizio in Cassazione, ad attendere il responso della Corte Costituzionale.
Un’ulteriore allungamento dei tempi che farebbe cadere anche questo reato in prescrizione, così come avvenuto per le imputazioni di incendio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime gravi e gravissime.
Un’ipotesi inaccettabile da parte dei familiari, che nei giorni scorsi avevano inviato una lettera al Presidente Mattarella per spiegare le ragioni della protesta di oggi e per chiedergli di dimostrare la sua vicinanza.