PIETRASANTA - Misurare il grado di sostenibilità delle imprese del marmo per migliorare l'attuale modello produttivo in termini di impatto ambientale. E' l'obiettivo del progetto Ve-Nature promosso dal consorzio del lapideo Cosmave insieme a Lucense e a Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Le imprese del marmo della Versilia si “auto-sottopongono” ad un test sul grado di sostenibilità delle proprie produzioni, pronte a cambiare i processi di trasformazione per ridurne l’impatto ambientale. Questo è lo spirito di Ve-Nature, il progetto promosso dal consorzio Cosmave (che riunisce 52 aziende lapidee apuoversiliesi), affidato a Lucense e supportato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Si tratta di uno studio con metodologia analitica e sistematica LCA: nei prossimi mesi tutte le imprese saranno valutate da un team di ricercatori, guidati dal gruppo Ergo del Sant’Anna di Pisa. Saranno raccolti dati relativi ad esempio ai consumi di materiali e di energia, alle emissioni, all’utilizzo di mezzi di trasporto, alle distanze percorse e tutti quei i fattori che pesano sull’ambiente. Entro 18 massimo 24 mesi arriveranno i risultati della ricerca e su quella base saranno intraprese nuove azioni per correggere o cambiare del tutto il modello produttivo, dall’estrazione alla lavorazione in laboratorio.
Non è “green washing”, precisano gli imprenditori del marmo. Ma una presa di coscienza collettiva alla quale dovranno seguire azioni concrete, nei limiti tuttavia di un settore che parte evidentemente dall’estrazione di una risorsa, la pietra, esauribile.