MONTECARLO - Il giorno dopo lo scenario è spaventoso. Due abitazioni completamente disintegrate, con blocchi di muratura e pezzi di infissi che si trovano anche a 60 metri di distanza dal luogo dell'esplosione. Ha avuto la potenza di una bomba la deflagrazione che sabato ha provocato un morto e sei feriti a Montecarlo, in via del Marginone.
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Luciano Lazzerini, 70 anni, non è sopravvissuto. La moglie, 69 anni, che viveva con lui al pianterreno della porzione di casolare sbriciolata, versa ancora in gravi condizioni a Cisanello, dove si trova ricoverata con gravi ustioni. Ricoverato a Pisa anche il 47enne che si trovava nell’abitazione soprastante, al primo piano. Non destano preoccupazione invece le condizioni delle altre 4 persone, tra cui 2 bambini, che si trovavano nell’ala del casolare adiacente a quella dell’esplosione.
I Vigili del Fuoco accorsi in massa oltre che da Lucca da altre province della Toscana, hanno lavorato ininterrottamente per ore per recuperare i due feriti più gravi sotto le macerie e il corpo della persona deceduta. Poi, c’è stato da pensare alla sicurezza. I due appartamenti adiacenti a quello esploso sono stati dichiarati inagibili ma devono essere valutate le condizioni anche dell’appartamento più lontano da quello dello scoppio.
La Procura ha messo sotto sequestro l’area dell’esplosione. Sembra probabile che lo scoppio sia stato provocato da una fuga di gas. Alcuni residenti avevano sentito un odore sospetto vicino alla parte della palazzina poi distrutta. Il casolare è alimentato da un bombolone esterno a gpl. Tra le ipotesi, quella che possa essersi verificata una falla in una tubazione.