VIAREGGIO - Un magnifico sole, temperatura quasi primaverile, il profumo del salmastro che arrivava dal mare, la cornice delle Apuane sullo sfondo e una folla record che porterà a casa un ricordo straordinario del Carnmevale di Viareggio, hanno salutato sabato pomeriggio, a partire dalle 15 con la cerimonia d’apertura, l’avvio dell’edizione che celebra 150 anni di storia. Suggestive tutte le costruzioni ovvero 9 carri grandi, 4 di seconda categoria, 9 mascherate di gruppo e 10 isolate.
– Luigi Bonetti con il carro “Una macumba per dire basta”, chiama a raccolta i più celebri sacerdoti dell’occulto per ritrovare l’equilibrio mondiale perduto
– Fabrizio e Valentina Galli invece immaginano una grande astronave guidata da Burlamacco e Ondina pronta a salpare verso “Un pianeta terra 2.0 portando speranze e desideri di un nuovo pianeta
– La famiglia Cinquini insieme a Silvia Cirri hanno presentato “L’evoluzione della specie” che ha trovato il suo punto di non ritorno, ovvero l’uomo non può vivere senza combattersi e solo l’entusuasnmo dei folli, potrà salvarci.
– Luca Bertozzi con il carro “Carneval Divino”, invita a ricercare nelle origini del Carnevale stesso. Bisogna godere delle gioie della bellezza dell’amore, dei sensi e dei piaceri della vita, spiega l’artista, Ogghi piuù che mai
– Jacopo Allegrucci immagina un vecchio cantastorie chye irrompe nel corso mascherato con il suo carrozzone carico di emozioni e ricordi per raccontare “Una storia fantastica”, quella dei 150 anni della manifestazione viareggina
-”Meraviglioso è l’esclamazione di Pulcinella che si sveglia dall’incubo della depressione e riscopre la bellezza del mondo, nell’allegoria di Luciano Tomei su progetto di Antonino Croci.
– Alessandro Avanzini presenta “Pace armata” e riflette sulla necessità di avere uomini e donne impegnati a progettare destini di pace per un futuro migliore come quello desiderato dalla bambina protagonista della costruzione.
– Roberto Vannucci presenta “Io sono nessuno” e vede nei girasoli un simbolo per indicare la strada migliore verso un ritorno alla luce, dopo anni bui e difficili in cui la povertà ha colpito ampie fasce di popolazione
– “Ridi pagliaccio” è il carro della famiglia Lebigre-Roger . Ironia e satira, spiegano i costruttori, sono il nostro specchio e il nostro carnevale da un secolo e mezzo ci mostra che ridere è la forma più alta per esorcizzare questo tragico mondo