ALPINISMO - Nuova impresa di Andrea Landri, primo atleta con pluri-amputazioni a raggiungere la vetta dell'Everest. Lanfri ha scalato l'Aconcagua in Argentina, la montagna più alta del Sud America, raggiungendo la vetta il 16 gennaio e poi nuovamente alcuni giorni dopo, ripartendo dal campo base il 21 gennaio. Data significativa per l'atleta: lo stesso giorno in cui 8 anni fa fu colpito dalla meningite.
Il progetto di Lanfri è la conquista delle Seven Summits, ovvero le sette vette più alte di ogni continente, in cui rientrava l’Aconcagua che rappresentava il quarto tassello di questa nuova sfida: è già salito in cima al Monte Bianco (estate 2020) e ha scalato Everest e Kilimangiaro nel 2022. Se dovesse riuscire nel suo ambizioso progetto sarebbe il primo pluri-amputato a collezionare le Seven Summits. A questo punto gli mancano il Denali in Nord America; il Monte Vinson in Antartide e poi (ancora da decidere) Puncak Jaya o Monte Kosciuszko in Oceania. Questo l’emozionante racconto dell’alpinista lucchese per l’ascesa vincente ” Ce l’ho fatta ! Vetta dell’Aconcagua conquistata ! Non appena il meteo me lo ha permesso, ho messo in atto ciò che stavo organizzando da giorni e giorni chiuso in tenda aspettando il momento giusto per la salita. Quando è venuto il momento di mettersi in marcia dal Campo Base a C2 mi è venuto da sorridere… Ho iniziato l’ascesa in due step il 21 gennaio 2023, esattamente la stessa data di 8 anni prima (nel 2015) venivo ricoverato in ospedale per via delle meningite. Non potevo festeggiare questo anniversario in modo migliore se non scalando la vetta più alta dell’America del Sud; la meningite mi ha solo dato la voglia di andare avanti… anzi, in alto! La salita in due giorni è decisamente lunga! Però avendo già portato su tanto materiale durante la fase di acclimatamento, sono riuscito ad ascendere abbastanza scarico.1200 m ca. di dislivello in poco meno di 5h da CB a C2 (5600 mslm) sveglia alle 3:00 e via si riparte. La partenza da C2 è stata un’esperienza unica e che ancora non mi era capitata: ero totalmente solo, circondato dal buio della notte con la luna che faceva brillare la neve sotto i ramponi. Solo dopo 4 h di cammino sono riuscito ad intravedere qualche bagliore dei frontalini di altri alpinisti che però salivano dal C3 verso la vetta. Arrivato in cresta, sembra che sia tutto fatto… vedo la vetta che è proprio lì! Ma ahimè sembra di camminare sul tapis roulant, non arriva più! Insomma, testa bassa e in marcia! Dopo altre 3 h di cammino riesco finalmente a toccare la croce! Ci sono riuscito! Per me è stata una delle cose più emozionanti soprattutto per l’anniversario particolare ma anche perchè è stato un test impegnativo per quello che mi ero allenato: 22/01 VETTA 1600 m di salita attiva in alta quota, 14 h totali A/R da C2 per la vetta. Muchas gracias Argentina! “