VERSILIA - Testamento biologico: a cinque anni dall'introduzione della legge sul fine vita sono poco più di 500 i testamenti depositati in Versilia. E' quanto emerge dalla ricerca dell'associazione Luca Coscioni di Marco Cappato, da sempre in prima linea sui diritti civili.
Sono poco più di 500 i testamenti biologici depositati dai versiliesi dal 2017 a oggi, da quando cioè è stata introdotta la legge che disciplina il fine vita. Lo mostra la ricerca che ha condotto in tutta Italia l’associazione Luca Coscioni guidata da Marco Cappato – già promotrice del referendum sull’eutanasia bocciato lo scorso febbraio dalla Corte Costituzionale.
Una ricerca alla quale non tutti i Comuni hanno risposto fornendo i dati. Nella stessa Versilia solo quattro su sette hanno reso noto al momento il numeri di Dat (disposizione anticipata di trattamento) certificati. Alcuni sono invece in ritardo nell’inserirli nella Banca Dati nazionale.
“Senza questo inserimento – spiega il tesoriere dell’associazione Marco Cappato – non è garantito il rapido rispetto delle proprie volontà, con picchi negativi del 40% di mancati inserimenti in alcune Regioni. Un malfunzionamento dovuto alla mancata formazione del personale da parte dei Ministeri competenti”.
In tutta la provincia di Lucca sono 1.371 accertate le persone che hanno comunicato le proprie volontà sul fine vita. Su una popolazione complessiva di circa 305mila abitanti. Circa 13.500 in tutta la Toscana, su oltre 3 milioni di residenti.
Compilando il testamento biologico nei registri istituiti dai comuni, una persona (sana o malata) può accettare di sottoporsi in futuro a qualsiasi cura, chiedere di essere assistita a oltranza oppure rifiutare qualsiasi accertamento o terapia. Rianimazione, somministrazione di oppiacei e antidolorifici, intubazione, sedazione profonda: questi i trattamenti a cui una persona potrà eventualmente decidere di non sottoporsi.