PROV. LUCCA - Pesanti ripercussioni anche sul comparto del turismo rurale: gli agriturismi pensano a una chiusura anticipata della stagione
Caro energia e siccità, con il conseguente taglio dei raccolti, spingono il rincaro della spesa alimentare, con un aumento medio dei prezzi del 10,7%. Tra i prodotti più penalizzati ci sono frutta e verdura, i cui acquisti sono crollati in quantità dell’11% rispetto allo scorso anno.
Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia Coldiretti Toscana – dove più di 1 azienda agricola su 10 (pari al 13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale nazionale si trova comunque costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari. In agricoltura si registrano aumenti che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
Il salasso dei costi mette in seria difficoltà anche le imprese del turismo rurale: secondo le stime di Coldiretti Toscana, in regione 1 agriturismo su 3, pari a circa 1500 aziende, sta valutando di anticipare la chiusura stagionale.
Il settore è stato trainante per il turismo in Toscana, basti pensare che il comparto ha registrato un + 28,3% di presenze in campagna tra giugno, luglio ed agosto e un + 16,6% in montagna.