PROVINCIA - Dopo una serie di controlli la Guardia di Finanza di Lucca ha chiesto all'Agenzia delle Entrate la chiusura di 10 partite Iva risultate inattive o inesistenti. Il provvedimento, spiega la Finanza in un comunicato, mira a prevenire l'uso delle partite Iva per scopi illeciti, quali l’emissione di fatture per operazioni inesistenti o l’ottenimento di contributi non spettanti ad esempio dai “bonus facciate” o “super bonus”. O per accedere in maniera illegittima ai contributi statali nell’ambito dell’emergenza Covid.
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I controlli hanno portato tra l’altro a scoprire che alcune società che dichiaravano di operare nel campo della commercializzazione di pallet, di fatto erano state create “ad hoc” per emettere fatture
per operazioni in tutto o in parte inesistenti. Un giro d’affari quantificato in oltre 10 milioni di euro, che ha visto coinvolta un’azienda della piana di Lucca.
Gli accertamenti hanno riguardato poi alcune società con sede a Lucca, Capannori e Camaiore che avevano richiesto l’apertura di partite Iva e che dichiaravano di operare in diversi settori merceologici, come la ristorazione, l’immobiliare e la riparazione e manutenzione navi commerciali.
Dai sopralluoghi le Fiamme Gialle hanno scoperto che le sedi sede operativi dichiarate dalle società in realtà non esistevano e che il legale rappresentante era irreperibile. Da qui il sospetto che le partire Iva fossero state richieste per scopi che non avevano a che fare con una normale attività aziendale.
L’operazione rientra nelle attivià di prevenzione dei fenomeni di “ditte apri e chiudi”, imprese – spesso intestate a “teste di legno” – il cui utilizzo è spesso strumentale anche al riciclaggio e al trasferimento all’estero di proventi illeciti.