Stop al limite di capienza nelle chiese

Stop al limite di capienza nelle chiese

Redazione

di Redazione

PROVINCIA DI LUCCA - Non è più obbligatorio mantenere il limite di capienza all’interno delle chiese. A partire dal prossimo fine settimana, cioè dalle messe festive del 2 e 3 aprile - non sarà più necessario segnalare online la propria presenza alle messe dei giorni festivi. Il sistema attivo sul sito internet della Diocesi è stato quindi chiuso dopo quasi due anni di operatività.

Nuove disposizioni per l’ingresso alle celebrazioni nelle chiese dopo la cessazione dello stato di emergenza per la pandemia.

Non è più obbligatorio mantenere il limite di capienza all’interno delle chiese. Quindi, a partire dal prossimo fine settimana, cioè dalle messe festive del 2 e 3 aprile – non sarà più necessario segnalare online la propria presenza alle messe dei giorni festivi. Il sistema attivo sul sito internet della Diocesi è stato quindi chiuso dopo quasi due anni di operatività.

Resta obbligatorio igienizzare le mani all’ingresso delle chiese dove, all’interno, va sempre indossata la mascherina evitando in ogni caso assembramenti eccessivi.

Il sistema attivo sul sito internet della Diocesi è stato quindi chiuso dopo quasi due anni di operatività. Inoltre anche all’ingresso delle chiese non sarà più necessario contare e segnare i fedeli che entrano.

Resta obbligatorio igienizzare le mani all’ingresso delle chiese dove, all’interno, va sempre indossata la mascherina evitando in ogni caso assembramenti eccessivi. Inoltre ecco altri dettagli: le acquasantiere resteranno sempre vuote; i celebranti all’altare sono tenuti a mantenere alta l’attenzione all’igiene in ogni momento della liturgia, secondo le modalità già in vigore; per lo scambio della pace evitare strette di mano o abbracci, ma si continui accennando un inchino o salutando i vicini con lo sguardo; per la distribuzione dell’Eucaristia i ministri continueranno a indossare la mascherina e a igienizzare le proprie mani prima di distribuirla sulle mani (non in bocca) dei fedeli, i quali si muoveranno processionalmente verso l’altare. Infine è possibile per le comunità tornare a fare le processioni all’aperto, evitando situazioni di assembramento eccessivo e dandone comunicazione (come sempre, del resto) alle autorità di Pubblica Sicurezza.

Pensando allo sforzo fatto da tutte le comunità in questo periodo segnato dalla pandemia, l’arcivescovo Paolo Giulietti esprime «viva gratitudine a tutti i volontari che, in diversi modi, hanno collaborato in questi due anni alla complessa gestione delle celebrazioni festive: senza il loro servizio nulla sarebbe stato possibile». Inoltre, pensando al futuro, aggiunge: «Va considerato che essi sono stati il volto amichevole e accogliente delle parrocchie per gli altri fedeli. Questo patrimonio non deve andare perduto: il ministero dell’accoglienza, infatti, è tra le cose che servono per edificare comunità che siano luogo di relazioni positive».