VIAREGGIO - E' la stata la fiducia la chiave per dialogare con Gianluigi Rigoni nelle lunghe ore di assedio fuori dalla sua abitazione. Lo racconta l'agente del Commissariato di Viareggio che vi era entrata in contatto, fingendosi ufficiale della Finanza, dal momento che l'uomo voleva parlare solo con finanzieri.
Singolari le richieste avanzate durante le trattative. Dalla prima e più eccentrica di “uscire solo se veniva eletto Presidente della Repubblica”, fino a quelle più concrete e anche inquietanti di chiudere tutti reparti di psichiatria d’Italia, di non riportarlo in psichiatria dove era già stato ricoverato e infine di revocare il suo tso.
Tante mediazioni, tentativi di interlocuzioni. Anche con altri famigliari. Ma inutili. Decisivo l’intervento dei Nocs, le “teste di cuoio” specializzate nella cattura di criminali e nella liberazione di ostaggi.