PROV. LUCCA - Sono in media da 10 a 15 i docenti in certificato in ogni istituto scolastico della provincia, a cui si aggiungono anche le assenze dei collaboratori ATA. Nelle classi restano vuoti decine di banchi, ma non si tratta solo di studenti malati o in quarantena. In alcuni casi sono le famiglie che preferiscono non mandare i ragazzi a scuola per timore dei contagi.
Sono rientrati in aula lunedì gli studenti della nostra provincia, dalle elementari alle superiori, ma all’appello mancano in centinaia, tra alunni, docenti, collaboratori e personale ATA. Secondo un sondaggio curato dalla Cgil regionale in media per ogni istituto scolastico del territorio sarebbero da 10 a 15 gli insegnati assenti per quarantena o malattia, in regola con la certificazione verde. Nel dettaglio delle casistiche relative ai singoli istituti superiori, nella Piana di Lucca la campanella non suona per 192 studenti al Fermi e 119 al Giorgi, dove risultano in certificato anche 8 docenti e 9 collaboratori ATA. Al Vallisneri restano vuoti 121 banchi, al Carrara 80, al Passaglia 124. Al Pertini mancano 191 ragazzi e per 104 di loro è già scattata la didattica a distanza. Non va meglio in Versilia: all’Artiglio non entrano in classe 192 studenti, 25 insegnanti e 5 ATA; al Marconi 136 assenti, 80 al Barsanti e Matteucci. Cifre simili anche all’ISI Barga – meno 172 studenti, di cui 78 in dad – e all’ISI Castelnuovo, dove mancano tra le presenze 137 alunni, 20 docenti e 3 ATA. Analoga fotografia negli istituti comprensivi, per le scuole primarie e secondarie da Pietrasanta a Ponte A Moriano fino a Camigliano.
Sono solo alcuni dei dati riferiti dal provveditore agli Studi della provincia di Lucca e Massa Carrara Donatella Buonriposi, che raccoglie i report giornalieri dei dirigenti scolastici e, tramite loro, anche le istanze avanzate dalle famiglie. Tra carenza di personale, orari dimezzati, mense chiuse e aule sdoppiate in dad la riorganizzazione delle classi non è affare semplice. E in questo scenario sono molti i genitori, riferisce Buonriposi, che chiedono a gran voce il ritorno alla didattica a distanza. Ogni famiglia, conclude le professoressa, ha la propria realtà: in alcune c’è il timore per un nonno anziano, in altre il problema dei trasporti e così in molti stanno ricorrendo anche ad assenze strategiche.