LUCCA - La prefettura ha dato il via libera alla riapertura: la stabilità della struttura, dove sono custoditi straordinari capolavori di arte sacra, è oggi costantemente monitorata attraverso particolari sensori.
Dopo un anno e mezzo di chiusura forzata, con la Messa delle ore 10, ha finalmente riaperto le porte la Chiesa di Santa Maria Corteorlandini. La funzione, animata dal Coro del Balurdo, diretto da Elio Antichi, è stata una festa per tutta la comunità che abitualmente frequentava questa piccola chiesa affacciata sull’omonima Piazza a pochi passi da Palazzo Orsetti. L’edificio era stato costretto alla chiusura nel 2020, quando vennero rilevate delle inclinazioni sospette alla base di due colonne.
Verificata la stabilità, oggi costantemente monitorata attraverso dei sensori, la Prefettura ha dato quindi il via libera alla riapertura di questo vero e proprio gioiello del Barocco lucchese, sfarzosamente affrescato e altrettanto riccamente arredato, come testimonia questo splendido paliotto, ricamato con oro, argento e corallo, “modesto dono” – si legge nei documenti della Chiesa – “della famiglia Mansi al loro figlio che divenne sacerdote dell’Ordine” o il prezioso tabernacolo in pietre di lapislazzulo, agata e giada. L’epigrafe datata 1188 posta in sagrestia ci ricorda in realtà che le origini di questa Chiesa sono ben più antiche, ma con l’acquisizione da parte dei Chierici Regolari della Madre di Dio, alla fine del Cinquecento, fu oggetto di diversi interventi di rifacimento. Tra questi anche la realizzazione nel 1662 della cappella della Madonna di Loreto, copia esatta della Santa Casa del Santuario marchigiano. Tra le pareti è custodita una reliquia, un mattone originale della casa di Maria, in cui Gesù venne concepito per opera dello Spirito Santo, mentre sull’altare trova spazio l’immagine della Madonna di Loreto, ragione per cui la Chiesa è conosciuta anche con il nome di Santa Maria Nera.