LUCCA - Nel corso della cerimonia sono stati ricordati anche altri cittadini lucchesi impegnati nella lotta al nazifascismo: Renzo Bianchini e Aimo Cozzoli, vittime dell’Eccidio di Forno, e Umberto Paradossi.
Sono iniziate questa mattina, con il conferimento della cittadinanza onoraria a Susanna Egri Erbstein, le cerimonie in occasione del 77° anniversario della Liberazione di Lucca, avvenuta il 5 settembre 1944. Nella sala principale di Villa Bottini, la ballerina e coreografa ungherese naturalizzata italiana ha ripercorso con una commovente testimonianza la sua infanzia, a partire proprio dai dolci ricordi legati a Lucca, dove Susanna frequentò la scuola elementare e i primi due anni di Ginnasio, vivendo con la famiglia al seguito del padre, il grande Ernő Erbstein, allenatore della Lucchese dal 1933 al 1938, ricordato ancora oggi per aver portato la squadra cittadina dalla Serie C alla Serie A.
L’entrata in vigore delle leggi razziali, costrinsero la famiglia Erbstein a lasciare Lucca prima per Torino poi per l’Ungheria. Nel suo racconto Susanna ha ripercorso con la voce rotta anni di sofferenze: l’invasione di Budapest da parte delle truppe tedesche; la clandestinità e il rifugio in un pensionato per ragazze cattoliche, fino alla tragedia di Superga, nel 1949, in cui perse la vita il padre.
Durante la cerimonia sono stati ricordati anche Renzo Bianchini e Aimo Cozzoli, vittime dell’Eccidio di Forno, alla presenza dei loro familiari e dei rappresentanti dell’associazione “Fanti Valenti” di Forno, che hanno donato al sindaco Tambellini la coperta della pace.