MASSAROSA - Serviranno alcune settimane per conoscere gli esiti dei nuovi campionamenti eseguiti nel terreno di via Duccini a Massarosa, in zona Pioppogatto, nel cantiere al centro dell'inchiesta condotta dalla Dda di Firenze sull'inquinamento da Keu.
Le ceneri tossiche derivanti dai processi conciari occultati in diversi terreni toscani, che nei mesi scorsi ha portato a 23 arresti e diversi indagati. Sul campo, dove dovranno sorgere dei capannoni industriali, sono tornati i tecnici di Arpat di Lucca, i tecnici del Comune di Massarosa e i Carabinieri del nucleo forestale. Secondo le indagini, qui circa 3mila metri cubi di rifiuti tossici sarebbero stati utilizzati come materiale di riempimento nella costruzione dei capannoni. Si è scavato fino a sei metri di profondità, arrivando a un metro della falda acquifera, per capire dove sia arrivato l’inquinamento del sottosuolo.
Intanto sono emersi i primi risultati dei carotaggi eseguiti su disposizione della Procura antimafia fiorentina nei terreni della Valdelsa, lungo la strada 429, oggetto di indagine. Secondo quanto riferito da fonti inquirenti, sono stati rilevati metalli tossici in quantità comprese tra le 50 e le 100 volte superiori ai limiti di legge. Arsenico, cromo e nickel.
Al centro dell’inchiesta la figura dell’imprenditore calabrese Francesco Lerose, considerato dai carabineiri in contatto con la cosca Gallace, e accusato di aver pagato delle ditte per liberasi dei rifiuti tossici nel cantiere di via Duccini a Massarosa. Una volta chiaro il quadro sarà la volta della Commissione regionale ambiente ad eseguire un sopralluogo nel terreno di Pioppogatto, dopo la mozione approvata un mese fa in Consiglio regionale, per verificare non solo la situazione specifica dell’inquinamento da keu ma anche tutte le situazioni di rischio ambientale che gravitano storicamente intorno al bacino del Massaciuccoli.