Nei giorni scorsi la Commissione europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora per contestare l’estensione fino al 2033 delle concessioni demaniali marittime, ritenuta in contrasto con la direttiva Bolkestein. Il Governo ha 60 giorni di tempo per rispondere a Bruxelles per non incorrere in una sanzione pecuniaria.
E’ l’ennesimo colpo di scena nella tormentata vicenda degli stabilimenti balneari, ripiombati nell’incertezza. La messa in mora rappresenta un problema per tutti quei concessionari che non hanno ancora ottenuto ufficialmente l’estensione al 2033. In Versilia la maggior parte dei concessionari l’ha ottenuta, ma a macchia di leopardo ci sono ancora stabilimenti scoperti. La categoria chiede al Governo di difendere la proroga transitoria decisa nel 2018 dalle legge 145 del primo governo Conte. E’ emerso con forza dall’incontro virtuale organizzato dalla Cna nazionale, alla presenza anche dei parlamentari versiliesi dei diversi schieramenti.
Per chiudere la partita manca ancora la tanto attesa riforma delle spiagge, annunciata nel 2018 a completamento della proroga al 2033 e ancora da fare. Su questo, oltre che alla replica alla lettera dell’Ue, lavorano le forze di maggioranza, come ha spiegato dall’onorevole Umberto Buratti.