PROV. LUCCA - La pandemia aggrava le situazioni di disagio: nei primi 6 mesi del 2020 sono stata oltre 900 le persone che si sono rivolte ai Centri di Ascolto Caritas per chiedere aiuto.
979 richieste di aiuto nei primi 6 mesi del 2020, il 30% in più rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. Si tratta prevalentemente di italiani, che per la prima volta superano il numero di stranieri che si rivolgono al Centro di Ascolto della Caritas. Sono i dati che emergono dal Dossier sulla povertà e le risorse nella Diocesi di Lucca, che fotografano gli effetti della pandemia sulle condizioni economiche dei cittadini facendo emergere che l’emergenza sanitaria si è innestata in un tessuto socioeconomico di per sé già ricco di fragilità e accentuando la forbice delle disuguaglianze sociali pregresse.
A Lucca e nella Piana la fascia di età maggiormente rappresentata è quella 35-44 anni, mentre in Versilia e Valle del Serchio è 45-55 anni. In generale il 68,61% delle persone accolte ha meno di 44 anni (contro il 41,13% dell’anno precedente). La grande maggioranza delle richieste di aiuto provengono da contesti familiari composti da coppie di adulti in età lavorativa con figli piccoli, oppure da famiglie monogenitoriali. Il lavoro continua a rappresentare una delle dimensioni fondamentali intorno alle quali si sviluppa il percorso di impoverimento: il 63,28% delle persone incontrate è disoccupata.
A questi numeri si aggiungono le situazioni dei senza dimora e di marginalità estrema che hanno fatto registrare un aumento superiore anche al 100% dei servizi per bisogni primari come mense e dormitori, situazione che ha reso necessario l’impegno di 240 volontari in più rispetto ai 400 già operativi.