CALCIO C - Analisi di una disfatta. Il 4 a 5 patito dalla Lucchese nel recupero con l'Albinoleffe ha aperto nuove inquietanti crepe nelle convinzioni sul campionato dei rossoneri.
Perché quando stai annegando non sai mai, se conviene farsi forza. O lasciarsi andare giù…Parafrasando un grande successo di Michele Zarrillo possiamo inquadrare il momento davvero difficilissimo della Lucchese. I numeri sono impietosi e la sconfitta contro l’Albinoleffe, ben più imbarazzante del 4 a 5 finale, la dice lunga sulle oggettive difficoltà di una squadra assolutamente incapace di ritrovarsi. Neppure l’avvento di Lopez che pure sembrava avesse conferito maggiore equilibrio e solidità a tutto il complesso è servito a invertire l’andazzo. Ed invece la partita con l’Albinoleffe ha evidenziato lacune enormi sotto ogni punto di vista. Nulla da salvare nè sul piano tecnico-tattico nè su quello caratteriale. Per un’ora abbondante è stato un gioco al massacro…fino al 5 a 0. Solo un Albinoleffe che ha allentato la tensione e ha allargato le maglie della difesa e della mente ha consentito una parziale risalita. Quattro reti che (ahinoi) non sono servite a nulla se non a rendere meno vistosa e clamorosa la sconfitta. Nulla da salvare e tutti in discussione per una metamorfosi troppo brutta per essere vera. Forse l’unico aspetto positivo è che in un calendario folle domenica prossima la Pantera torna subito in campo. Incombe la trasferta di Pistoia. Al Marcello Melani è lecito attendersi una reazione di orgoglio e di carattere, ma lo stiamo dicendo oramai da tempo, di una squadra chiamata davvero all’appello prima che sia troppo tardi. Quello con gli arancioni che non passano sicuramente a loro volta un gran momento, è una sorta di spartiacque. Cedere ancora in modo fragoroso potrebbe significare più che lasciarsi andare giù, andare a fondo.