PIETRASANTA - A distanza di 12 anni esatti dal suo arresto, a cui sono seguiti una serie di processi da cui è uscito assolto o prosciolto, Massimo Mallegni ha deciso di presentare la sua candidatura al Senato nelle file di Forza Italia di fronte al carcere di San Giorgio nel quale fu recluso per 39 giorni.
Era il 31 gennaio 2006, 12 anni esatti fa, quando Massimo Mallegni, allora sindaco di Pietrasanta, veniva arrestato con l’accusa di associazione a delinquere, corruzione e concussione. 39 giorni di carcere, in questo penitenziario, il San Giorgio di Lucca, altri 117 ai domiciliari, prima di una serie di processi da cui è uscito assolto o prosciolto. Una vicenda che lo ha segnato, ma non piegato, anzi, e che utilizza come esempio della mala-giustizia, troppo spesso dalle ordinanze cautelari facili e utilizzata per fini politici.
Proprio per questo ha scelto l’esterno del San Giorgio per presentare la sua candidatura al Senato tra le file di Forza Italia nel collegio proporzionale Toscana 1 e nel collegio maggioritario delle province di Lucca e Massa Carrara.
Al suo fianco la moglie Paola, che lo ha sempre sostenuto, il coordinatore provinciale di Forza Italia Maurizio Marchetti e Sandro Guerra, l’avvocato che ha seguito tutta la vicenda giudiziaria di Mallegni. La lotta all’accoglienza indiscriminata, il sostegno alle famiglie in difficoltà: i temi affrontati da Mallegni sono quelli portati avanti da Forza Italia a livello nazionale, ma la priorità, per il bene dell’Italia, sostiene l’ex sindaco di Pietrasanta, è sicuramente la diminuzione delle tasse.