VIAREGGIO - Gioia, allegria, spensieratezza. Sono questi i sentimenti tipici del Carnevale. Ma in coincidenza con il 27 gennaio, Giorno della Memoria, l'edizione 2018 della manifestazione di Viareggio ha deciso di dedicare la cerimonia di apertura al ricordo di uno dei crimini più atroci dell'umanità: la Shoah.
E’ stato sotto il segno dell’emozione l’alzabandiera e l’inaugurazione dei corsi mascherati di Viareggio. Poi la festa. La sfida contro il meteo è stata vinta e una giornata di sole ha baciato la prima sfilata.
Finalmente sui viali a mare gli spettatori hanno potuto ammirare le costruzioni di prima e seconda categoria, le mascherate isolate e quelle di gruppo. In questo servizio vi mostriamo gli attesissimi nove carri di Prima Categoria; nei prossimi giorni vedremo anche le altre opere.
“PROXIMA VENTURA” di Lebigre Roger. Dopo aver costruito una barca volante denominata la “Ventura”, domato le creature post atomiche frutto di vecchi incroci transgenici, un gruppo di coraggiosi utopistici, caricano mezzi di fortuna con tutto ciò che servirà per una traversata senza bussola alla volta di un nuovo pianeta abitabile dove costruire un futuro migliore.
I fratelli Bonetti presentano “OZIO, VIZIO E VITALIZIO”. Abbondanza, lusso e spreco di denaro in uno speciale spettacolo di burlesque. Immersi in una vasca piena di denaro, nuotano e si divertono Razzi, Berlusconi e Cicciolina, impegnati più a giocare che a occuparsi dei problemi degli italiani.
“LA PACE DI CRISTALLO” di Fabrizio Galli. Ogni giorno parte un missile. La pace nel mondo è sempre più in pericolo. La colomba fragile e trasparente è vicina al punto di rottura. Sdraiata sopra un fungo atomico, si dibatte ormai stremata, resistendo agli attacchi dei “grandi” della Terra.
I fratelli Breschi “NO TU NO”. Il carro vuole raccontare le quotidiane difficoltà di chi deve lottare contro le barriere architettoniche, uno dei problemi irrisolti del nostro Paese. Al centro della costruzione il percorso del grande Pulcinella sulla sedia a rotelle è ostruito
da cartelli e limiti.
Roberto Vannucci con “IN UN MONDO CHE… PROGIONIERO E’”. Da un lato l’esagerata spensieratezza, dall’altro il dramma di chi viene privato della libertà nei regimi dittatoriali. La costruzione con la forza dell’impatto vuole scuotere le coscienze e far aprire gli occhi a chi crede di essere libero ma è sempre più prigioniero del proprio vivere.
Jacopo Allegrucci presenta “E’ COME CREDERE ALLE FAVOLE”. E’ la notizia la protagonista della costruzione. Come un grande pifferaio magico attrae il popolo suonando suadenti sinfonie, facendogli credere quello che vuole. E mentre la moltitudine di topi rimane incantata, i veri poteri forti si nascondono tra torri di fogli di carta, dirigendo lo spettacolo.
“FUMO NEGLI OCCHI” di Carlo Lombardi. Il fumo è tra i principali problemi della salute a livello mondiale ed è un tema che necessita di campagne continue di sensibilizzazione per responsabilizzare i fumatori alla cura della propria salute e quella di chi gli sta vicino.
Alessandro Avanzini con “ASPETTANDO GODOT”. L’attesa è la protagonista della costruzione che si ispira all’opera di Samuele Beckett. Al centro del carro la figura di un gigantesco clochard. Un’allegoria sui nostri tempi in cui si vive nella speranza vana di quel cambiamento tanto atteso, ma che non arriva mai.
I “PAPAVERI ROSSI” dei fratelli Cinquini. La guerra può avere tante maschere, ma una sola faccia: la morte. Sono passati cento anni dalla guerra più atroce e sanguinosa combattuta dall’uomo, ma ancora i Papaveri Rossi – simboli dei caduti di tutte le guerre – sbocciano sui campi di battaglia.