LUCCA - Nell'ottobre 2016 la clamorosa rivelazione dell'ex capitano dell'aeronautica militare Mario Ciancarella; era falsa la firma dell'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini sull'atto che lo destituiva dall'esercito.
Un anno dopo, invece di risarcirlo, lo Stato si è messo di nuovo contro Ciancarella, opponendosi davanti al Tar alla sua richiesta di reintegro perché, questa la tesi degli avvocati statali, il falso è irrilevante in quanto la firma del presidente della Repubblica sull’atto era semplicemente un proforma.
Paradossalmente quindi lo Stato non si pone il problema di sapere perché e chi ha falsificato la firma di Pertini su un atto ufficiale.
Il prossimo 18 febbraio ci sarà l’udienza pubblica al Tar “e spero che in quella occasione – ha detto Ciancarella – i giudici regionali rimettano le cose a posto”.
L’ex capitano venne allontanato dall’esercito per la sua attività sindacale e le sue indagini sulla strage di Ustica. “Evidentemente a distanza di anni faccio ancora paura”, ha detto ai microfoni di NoiTv.
Nei giorni scorsi la Procura di Pisa ha riaperto le indagini sulle morte del parà Emanuele Scieri, morto in circostanze misteriose nella caserma della Folgore a Pisa. “Su questo sono già stato ascoltato dalla commissione d’inchiesta parlamentare – ha detto Ciancarella – e penso che si sia trattato di un atto di violenza nonnista finito male”.