MOTORI - Adriatico da dimenticare per Paolo Andreucci in difficoltà e solo quinto sugli sterrati marchigiani. Ne approfitta Scandola che domina e s'impone per la quarta volta consecutiva avvicinandosi anche nella classifica del CIR. Prossima sfida al San Marino, ancora su terra dall'8 al 10 luglio.
Il verdetto non ammette repliche. La sconfitta di Paolo Andreucci al 23esimo rally dell’Adriatico è stata netta e sorprendente proprio per la poca competitività palesata dal nove volte campione italiano in una corsa peraltro mai graditissima. Era da tempo immemorabile infatti che non si vedeva un Ucci in così grande difficoltà. Sia in gara-1 che in gara-2 il pluricampione garfagnino non è parso mai a proprio agio e i secondi che ha incassato da uno scatenato Scandola sono stati addirittura impensabili, almeno alla vigilia. Al di là dello svantaggio di partire per primo, e quindi di pulire come si dice in gergo, la strada agli altri, è mancato qualcosa (le gomme?) nel feeling tra la Peugeot 208 e la coppia d’oro del rallismo italiano. Un passo falso che anche in classifica generale, quando siamo a metà del campionato, ha permesso ad un eccellente Scandola di riavvicinarsi pericolosamente. Tra l’altro l’Adriatico è davvero la corsa ad hoc del pilota veronese che vi ha colto addirittura la quarta vittoria consecutiva. Sullo sfondo rimane temibile anche Basso, seppur abbia un passo veloce ma piuttosto discontinuo. Il problema di Andreucci, se effettivamente tale sarà, è costituito dal fatto che la prossima prova, il San Marino, si disputerà ancora su terra. La capacità di mettere a punto la macchina e le strategie di corsa non mancano in casa Peugeot per cui siamo convinti che l’Ucci sbiadito dell’Adriatico sarà solo un pallido ricordo. Anche dalla capacità di reazione del popolare Ucci nasce la possibilità di indirizzare il CIR 2016, quello che potrebbe regalare la stella del decimo titolo tricolore.