Lucca, ecco il nuovo colore del Volto Santo

Lucca, ecco il nuovo colore del Volto Santo

Redazione

di Redazione

LUCCA - Esposto in San Martino quella che dovrebbe essere la colorazione originale della parte sinistra del viso del simbolo della citta di Lucca, coinvolto in un'importante e lunga opera di restauro.

Il Volto Santo non solo è la reliquia più importante della cattedrale lucchese, meta di pellegrinaggi fin dal Medioevo e tappa fondamentale della via Francigena, ma è diventato il simbolo stesso della città, che dal XIII lo rappresentava anche sulle monete. Si tratta di un grande crocifisso in legno policromo, che per molto tempo si è ritenuto scolpito probabilmente nella prima metà dell’XI secolo in tre pezzi di legno, due per le braccia e uno, scavato sul retro, per il tronco e la testa. Le recenti indagini al carbonio 14 hanno spostato la suo cronologia alla fine del VIII secolo o, al più tardi nel IX, rendendolo così la scultura lignea monumentale più antica dell’Occidente.

Il corpo del Volto Santo, secondo la leggenda riportata dal diacono Leobino, venne scolpito da Nicodemo, discepolo di Gesù, che non osò, però, realizzare il volto, completato durante la notte da mano divina; rimasto nascosto in Palestina per secoli, nel 742 fu messo su una nave senza equipaggio affinché la Provvidenza lo portasse in un luogo più sicuro. L’imbarcazione, giunta nei pressi del porto di Luni, approdò solo all’arrivo del vescovo lucchese Giovanni, avvertito in sogno del prodigio. La croce fu messa sopra un carro trainato da buoi che, lasciati liberi, si mossero verso Lucca mentre agli abitanti di Luni restò un’ampolla contenente il sangue di Cristo, giunta insieme al Volto Santo.

Il restauro 

Il 1° dicembre 2022 cominciava con la delicata fase di movimentazione dal tempietto del Civitali, il restauro del Volto Santo, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e coordinato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per province di Lucca e Massa Carrara. Dopo le operazioni di messa in sicurezza dell’opera e di prima pulitura superficiale, all’interno del laboratorio allestito nel transetto nord della cattedrale, è cominciata un’approfondita campagna diagnostica realizzata in collaborazione con l’Opificio delle pietre dure (Opd) di Firenze, gli istituti di ricerca di Bioeconomia del Cnr, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Istituto di Fisica Applicata Nello Carrara del Cnr di Firenze e l’Università di Pisa. La campagna ha permesso di conoscere i materiali costruttivi della scultura, le tecniche esecutive, il meccanismo di ancoraggio del crocifisso sulla croce, gli interventi di restauro antichi e ha consentito di individuare gli strati pittorici che si sono sovrapposti nel corso del tempo, in gran parte sconosciuti, offrendo strumenti per intraprendere un restauro consapevole, metodologicamente avvertito e quanto più possibile sicuro. Grazie a questi dati si è potuto procedere alla separazione del Cristo dalla Croce, mantenendo intatti i perni originali, così da permettere il restauro anche del retro del crocifisso e delle parti della croce prima inaccessibili.

Come concordato con il Comitato promotore del restauro del Volto Santo, che ha accolto le indicazioni del Comitato scientifico, è ancora ora in corso la rimozione dello strato superficiale scuro che ricopre l’intera scultura, composto da materiali di non particolare pregio quali cere pigmentate sugli incarnati e sui capelli e da nero carbone sulla veste. Liberato da questi depositi, il Volto Santo sta riacquistando la cromia sottostante e che ha mostrato per la maggior parte della sua esistenza, come testimoniato da molte sue raffigurazioni e testimonianze storiche. Non è mera operazione filologica, è il recupero dei valori simbolici, del messaggio; è la riscoperta della preziosa immagine, della ricchezza materica che per secoli ha caratterizzato l’iconografia del Cristo che trionfa sulla morte. La veste sta ritrovando la tonalità blu scura ottenuta con il prezioso lapislazzuli e le dorature a foglia d’oro che ornavano le maniche, lo scollo e il bordo della veste; gli incarnati si ripresenteranno di color “carnicino” e i capelli e barba riacquisteranno la precedente colorazione più chiara e vibrante di striature. La rimozione dello strato superficiale scuro permetterà infine di riapprezzare la finezza del modellato. Sulla croce la rimozione dello strato nero sarà seguita da quella del livello successivo realizzato in azzurrite, estremamente lacunoso e fragile. La sua estensione limitata, in considerazione all’importanza dell’Opera per la comunità lucchese, ha imposto di rimuovere questo labile strato per riportare alla luce quello sottostante, originario e meglio conservato, più prezioso e resistente. La croce riacquisterà così la decorazione policroma rossa, porpora e blu di lapislazzuli, impreziosita da decorazioni in bianco.

Gli aggiornamenti sulle fasi di restauro sono periodicamente disponibili sull’apposito sito web dedicato https://voltosantolucca.it.