ALTOPASCIO - La targa è stata scoperta in piazza della Magione per il suo impegno della Resistenza e nella ricostruzione del paese.
È Don Bruno Biondi il protagonista delle celebrazioni per l’80esimo della Liberazione ad Altopascio, organizzate in piazza della Magione dall’amministrazione comunale con la presenza dell’Anpi Piana di Lucca, del Consiglio comunale dei ragazzi, del Corpo musicale Zei e dei rappresentanti dell’amministrazione comunale. A lui, infatti, l’amministrazione comunale ha dedicato una targa nella piazza principale del paese per il suo impegno della Resistenza e nella ricostruzione del paese.
Don Bruno Biondi, il “Proposto”, nato a Monsummano Terme il 18 gennaio 1902, diviene Parroco di Altopascio nel 1936: periodo in cui il paese è ormai da anni completamente “fascistizzato”. E’ proprio intorno a Don Bruno Biondi che si organizza la forma più strutturata di resistenza civile pacifica: un Comitato clandestino di primo soccorso che, più tardi, darà vita al Comitato di Liberazione Nazionale di Altopascio. Non a caso nella “Relazione sulla situazione del Comune di Altopascio” presentata a metà dell’aprile 1944 dall’allora Commissario prefettizio del paese al Capo della Provincia si leggono queste parole: “i Parroci, specie quello del capoluogo, benché non si possa loro rimproverare alcun fatto specifico, destano sospetto” e, oltretutto, “sono piuttosto proclivi o convinti verso una soluzione della guerra in favore degli angloamericani”.
Resistere senza impugnare le armi, come riportato espressamente in un documento dell’epoca siglato dal Proposto, è l’imperativo d’azione di quel Comitato, coscienti anche di trovarsi in un paese completamente accerchiato dalla morsa di una delle armate tedesche più violente, la Divisione tedesca “Hermann Göring”, giunta il 12 maggio del 1944, che ha già dato prova di quale tipo di rappresaglia sia capace. Don Bruno Biondi si distingue per il proprio impegno civile già a partire da uno dei momenti più critici del periodo della Seconda Guerra mondiale: la firma dell’armistizio di Cassibile del settembre del 1943 che fece sentire le proprie conseguenze anche ad Altopascio. Come riportato nelle memorie di uno degli Allievi Ufficiali, sarà lui in prima persona ed attraverso il coinvolgimento di alcuni altopascesi ad aiutare gli Allievi Ufficiali dell’XI Battaglione d’Istruzione, del Regio Esercito Italiano, provenienti da Pisa e di stanza nel paese dal 27 agosto, ad evitare la deportazione verso la Germania in caso di rifiuto di unirsi alle truppe tedesche.
Supportare materialmente e moralmente gli altopascesi e i numerosi sfollati presenti nel paese è l’obiettivo centrale, specie quando, con l’arrivo della guerra armata in paese, anche le autorità cittadine si riparano nelle campagne: “In quel tempo (circa il 15 giugno del 1944), informati come l’Autorità Comunale, allora in depressione morale e di abbandono, dava cenni di non provvedere tempestivamente, con imperdonabile leggerezza, all’approvvigionamento del grano per la popolazione, ci facemmo promotori di un’offerta al Podestà del momento di grano di recente trebbiatura consapevoli che altrimenti qualcosa di minaccioso sarebbe avvenuto […] e fu così che non fu interrotta l’assegnazione del pane ai tesserati”. Malgrado l’arresto che, il 24 luglio del 1944, il “Proposto” dovette sopportare per mano “della brutale giustizia tedesca”, come lui stesso scrive, compreso che ben presto l’occupazione tedesca sarebbe finalmente terminata e con essa sarebbe venuto meno anche il regime fascista, nel timore che il vuoto lasciato dal totalitarismo anche al livello locale avrebbe potuto generare lo sbandamento della comunità, i membri di quel primo Comitato clandestino, tra i quali spicca anche il medico Pietro Moroni, di lì a poco Sindaco provvisorio, aggiunsero un ulteriore sforzo al loro pacifico resistere: “nel Luglio e nell’Agosto stemmo sempre in relazione tra noi e ci preparammo ad assumere la direzione della politica all’arrivo degli Alleati. E fu così che per la preparazione precedente, senza tentennamenti, assumemmo il 5 settembre il dovere di C.L.N. e di Amministratori della cosa pubblica”.