PORCARI - Nulla di fatto nell'ultima conferenza dei servizi. Discussione aggiornata a giugno. Il Comune porcarese ribadisce la propria opposizione.
Si è conclusa con un nulla di fatto l’ultima conferenza dei servizi della Regione Toscana: all’ordine del giorno c’era l’autorizzazione – a oggi non rilasciata – dell’impianto di riciclo di assorbenti e tessili a Salanetti. Il Comune di Porcari sottolinea come “permangono difatti numerose criticità”, ribadendo con fermezza la propria opposizione. La discussione sarà ora aggiornata il prossimo giugno.
Tra le questioni più rilevanti sollevate dal Comune di Porcari c’è la verifica della presenza di Pfas nei rifiuti trattati: “Sono sostanze altamente persistenti – osserva l’assessore all’ambiente Simone Giannini – e potenzialmente dannose. Ci sono inoltre significativi dubbi per i reflui industriali, che avranno un impatto sulla rete fognaria e per i quali il nostro Comune ha chiesto chiarimenti precisi che tardano ad arrivare. Non è chiaro come vorrà comportarsi Retiambiente per uno smaltimento che non potrà essere gestito dal depuratore consortile per precise prescrizioni della Provincia di Lucca”.
A preoccupare il Comune di Porcari è inoltre la prossimità dell’impianto al centro abitato, che con l’aumento del traffico pesante avrà un impatto diretto sulla qualità della vita dei cittadini. Tra le opere imprescindibili, e oggi assenti, alla realizzazione dell’impianto c’è la contestuale rotonda sulla strada provinciale. Così il sindaco, Leonardo Fornaciari: “Questo non è un semplice dettaglio, ma un elemento cruciale per la viabilità dell’intera area. Anzi, di più: è una vera prescrizione della conferenza e quindi parte integrante dell’impianto. Eppure ancora oggi non c’è un progetto concreto e questa incognita pesa sulla fattibilità del progetto di Retiambiente. Molti sono gli aspetti che incidono sulla sostenibilità economica dello stesso impianto e una società seria, oltretutto a partecipazione pubblica al cento per cento, deve tenerne conto”.
Le emissioni odorigene, inoltre, restano un nodo irrisolto: il Comune ritiene che le valutazioni effettuate non siano sufficientemente rassicuranti e che non sia stata realmente stimata la portata del disagio per chi vive nelle vicinanze. Anche le problematiche legata al rischio idraulico dell’area non sembrano ancora adeguatamente risolte.
La decisione di aggiornare la conferenza dei servizi a giugno per la vicesindaca Roberta Menchetti rappresenta un primo risultato importante: “Abbiamo portato avanti con determinazione le nostre obiezioni, con dati alla mano e con il sostegno di tanti cittadini che condividono le nostre preoccupazioni. Il fatto che la conferenza non abbia dato il via libera dimostra che le nostre contestazioni sono fondate e che insistere, con tenacia e con tutti i mezzi istituzionali a nostra disposizione, sta portando i suoi frutti”.
Il tempo, inoltre, gioca un ruolo chiave: “Retiambiente deve realizzare l’impianto entro il 2026 per non perdere i fondi del Pnrr. Ma i mesi passano – osserva Menchetti – e se il progetto fatica a concretizzarsi è perché Regione, Asl, Arpat e vari altri enti coinvolti continuano a rilevare che l’impatto ambientale dell’impianto non è affatto certo. Evidentemente, a nostro parere, quella Via (valutazione di impatto ambientale) che è stata negata doveva essere fatta, e ora le istituzioni stesse si trovano a dover colmare questa lacuna e tutte le altre e molteplici criticità che l’impianto presenta”.