CARRARA - Il Comune a caccia di una soluzione per la gestione dello stabilimento balneare chiuso e abbandonato da anni dopo il contezioso (vinto) con l'ex titolare. Il destino della concessione demaniale banco di prova in vista delle imminenti aste post-Bolkestein

La vicenda del Bagno Marino di Marina di Carrara continua a sollevare polemiche e preoccupazioni, soprattutto per le condizioni di degrado in cui versa l’area dopo la revoca della concessione da parte del Comune. Il provvedimento, motivato dal mancato pagamento di diversi canoni demaniali, ha portato il titolare Brunello Menconi a un lungo contenzioso legale, dapprima davanti al TAR della Toscana, che ha confermato la decisione dell’amministrazione, e successivamente al Consiglio di Stato, che ha respinto la richiesta di sospensiva, consolidando l’uso della spiaggia come area libera gestita dal Comune.
Tuttavia, l’abbandono della zona ha favorito il proliferare di sporcizia e topi, suscitando l’allarme degli operatori turistici vicini, tra cui Michele Pianini, gestore del Bagno Graziella, che teme ripercussioni sulla stagione balneare ormai imminente. Le segnalazioni sul peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie si moltiplicano e la mancanza di un piano chiaro per la gestione della spiaggia preoccupa residenti e imprenditori. L’assenza di manutenzione e l’accumulo di rifiuti rischiano di compromettere l’immagine della località, con possibili ripercussioni negative sul turismo.
L’amministrazione comunale è al lavoro per trovare una soluzione che possa garantire il decoro e la sicurezza dell’area e già la prossima settimana potrebbe arrivare una comunicazione ufficiale in merito. Due le ipotesi principali: un intervento diretto per la pulizia e la gestione della spiaggia come area pubblica, oppure l’avvio di una procedura di bando per la concessione a un nuovo operatore. Quest’ultima possibilità potrebbe rappresentare un precedente significativo per il futuro della gestione degli stabilimenti balneari, in vista dell’applicazione della direttiva Bolkestein a livello nazionale.
Tra i gestori balneari permane un certo scetticismo: molti temono che il caso del Bagno Marino possa anticipare un futuro difficile per l’intero comparto, con stabilimenti che, tra contenziosi e ritardi burocratici, rischiano di chiudere senza garanzie di riapertura.