L’integrazione inizia dalla cucina: in 19 completano il progetto “Lo S.A.I cucinare”

L’integrazione inizia dalla cucina: in 19 completano il progetto “Lo S.A.I cucinare”

Redazione

di Redazione

GALLICANO - A Gallicano la giornata conclusiva dell'iniziativa che ha l'obiettivo di consentire ai migranti ospiti dei centri di accoglienza di riadattare i piatti del loro paese di origine. Ma anche a fare economie.

Mettersi alle spalle guerre, paure e povertà attraverso la cucina. Il cibo come via per l’integrazione in un posto diverso da quello d’origine. Storie come quella di Georgette, che arriva dal Camerun, o quella di Alona, che proviene dall’Ucraina. Loro, insieme ad altre 17 persone, si sono incrociate a Gallicano, nella cucina interculturale di “Lo S.A.I. cucinare”, il progetto della Cooperativa Sociale Odissea, realtà territoriale che unisce i sistemi di accoglienza ed integrazione della Media Valle e della Garfagnana, con la collaborazione di Coldiretti Lucca e Campagna Amica.

L’iniziativa – giunto alla sua seconda edizione – ha come obiettivo quello di consentire ai migranti ospiti dei centri di accoglienza di riadattare i piatti del loro paese di origine trovando sul territorio materie prime e prodotti agricoli stagionali facilmente reperibili. Ma anche a fare economie, imparando a fare la spesa in maniera attenta. Un appuntamento che ha visto la partecipazione anche del sindaco gallicanese David Saisi.

“Con entusiasmo ho portato in dote a questo bellissimo progetto le competenze del cuochi contadini che sono legate, oltre alle ricette della tradizione regionale e locale, alle produzioni del territorio e al legame con le imprese agricole che sono uno straordinario punto di riferimento di qualità, sostenibilità, salubrità. – racconta la cuoca contadina Buonagurelli – Non gli abbiamo insegnato a cucinare i piatti del nostro paese, che per altro amano, ma a preparare quelli del loro paese di provenienza sostituendo ingredienti e materie difficili da reperire o molto costose perché di importazione con quelle disponibili in loco sulla base alla stagionalità. Il beignet, piatto tipico della Guinea, è stato preparato per esempio con pesce azzurro dei nostri mari, così come il nostro cavolo verza si è adattato perfettamente per riprodurre una ricetta ucraina, o il nostro riso per uno dei più famosi piatti della cultura Nigeriana”.

Sono 19 i partecipanti al progetto che hanno concluso con successo il percorso: “L’obiettivo è creare un momento di scambio tra ricette e abitudini alimentari diverse mescolandole e riadattandole con prodotti locali e stagionali che possiamo trovare sul nostro territorio. – ha spiegato Chiara Comparini, coordinatrice del Sai di Borgo a Mozzano – L’altro focus del progetto era quello di avvicinarli ad una alimentazione più sana e bilanciata, e per raggiungere questa finalità, abbiamo coinvolto una nutrizionista anche in virtù del fatto che molti dei nuclei che ospitiamo hanno bambini piccoli”.

Partner fondamentale del progetto è Coldiretti Lucca: “E’ una iniziativa dove le competenze dei nostri agricoltori e dei cuoci contadini sono messe a disposizione dell’integrazione e dell’inclusione di migranti e richiedenti asilo. Il cibo è un elemento di aggregazione e convivialità tra le persone e lo abbiamo visto bene anche in questa occasione. Gli agricoltori non sono solo coloro che portano sulle tavole buon cibo sano e sicuro, ma svolgono anche un ruolo fondamentale per l’inclusione sociale nelle aree interne”.