Seravezza - A pochi giorni dall’udienza che potrebbe scrivere una parola decisiva sulla querelle ultratrentennale delle cave dell’Altissimo, la Regione Toscana ha individuato per sorteggio i rappresentanti delle frazioni.

Il 4 marzo si avvicina e torna ad accendersi il dibattito sulle cave del Monte Altissimo. Tra pochi giorni la sezione speciale Usi Civici della Corte d’Appello di Roma riaprirà il dibattimento sul patto di conciliazione tra Comune di Seravezza ed Henraux che, in sostanza, impegna il colosso del lapideo fin quando le cave in questione saranno coltivate, a corrispondere al municipio un indennizzo annuo tra i 60 e i 100mila euro per in cambio della rinuncia da parte dei residenti della montagna
a ogni pretesa proprietaria sulle aree di cava, garantendo di fatto alla società il via libera all’escavazione.
Dopo una lunga serie di controversie burocratiche e giudiziarie, lo scorso 19 febbraio la Regione Toscana ha individuato, per sorteggio, i rappresentanti delle frazioni montane che, durante l’udienza del 4 marzo, dovranno esprimere il loro parere sulla conciliazione. In vista della convocazione davanti ai giudici d’appello si riaccende il dibattito tra pro e contro il patto. Cai Toscana e “Dominio Collettivo delle Comunità Montane del Comune di Seravezza”, ribadiscono le preoccupazioni per la tutela della montagna e contestano l’iter di selezione dei frazionisti. Il sindaco Lorenzo Alessandrini ribadisce che l’oggetto del contendere riguarda solo 200 ettari, che la conciliazione è 30 volte più vantaggiosa dei precedenti accordi e che, se si andasse a sentenza, Henraux avrebbe ottime possibilità di versi riconoscere il diritto a escavare senza nemmeno dover compensare nulla al municipio e alla comunità seravezzina.