Viareggio - Inquirenti ancora al lavoro sulla dinamica dell’investimento dello scorso settembre in cui perse la vita Nourdine Mezgui.
Qual era, esattamente, la velocità del suv guidato da Cinzia Dal Pino quando la notte di domenica 8 settembre investì Nourdine Mezgui, il marocchino di 47 anni che, qualche ora prima, le aveva rubato la borsa? E’ su questo elemento che stanno ancora lavorando gli inquirenti impegnati nelle indagini sui fatti di via Coppino. Un dettaglio, quello della velocità dell’auto, determinante sia per la relazione del medico legale sia per sondare l’attendibilità delle parole della Dal Pino, la quale durante l’udienza di convalida davanti al pm e al gip aveva dichiarato: “Non lo volevo uccidere, volevo solo bloccarlo e riprendermi la mia borsa”. In attesa dell’esito delle prove tecnico strumentali sul veicolo, mentre la 56enne viareggina resta ai domiciliari, le compagnie assicurative dell’auto in qualità di corresponsabili civili della vicenda hanno intrapreso una serie di indagini in Marocco, a Casablanca città di origine di Mezgui dove ancora risiede parte della sua famiglia. In questo caso sotto i riflettori c’è proprio il rapporto familiare dei congiunti. Subito dopo la tragedia di via Coppino, le sorelle della vittima avevano lanciato un appello per chiedere giustizia arrivato anche in Italia attraverso una tv marocchina.