LUCCA - Il giudice del Tribunale di Lucca ha convalidato il provvedimento in seguito all'interrogatorio di garanzia nel quale comunque il camionista albanese si è avvalso della facolta' di non rispeondere: l'uomo, che quindi rimane in carcere, si era autoaccusato dell'omicidio di Artan Kaja avvenuto martedi scorso su un piazzale della Smurfit di Lunata.
Resta in carcere Marjan Pepa, l’ex autotrasportatore accusato dell’omicidio volontario premeditato del connazionale albanese Artan Kaja. Il giudice del Tribunale di Lucca ha convalidato l’arresto in seguito all’interrogatorio di garanzia nel quale comunque il camionista si era avvalso della facolta’ di non rispondere: l’uomo si era autoaccusato dell’omicidio dell’ex amico, freddato martedi scorso su un piazzale della Smurfit di Lunata con un colpo di pistola alla testa da distanza ravvicinata, ma non ha mai fornito alcun dettaglio su come sia maturato e avvenuto il delitto. Sono tanti i nodi che rimangono ancora da sciogliere in questa terribile vicenda: dove è finita l’arma del delitto? Perché non è mai stata ritrovata? Potrebbe essere finita nelle mani di terze persone? Si scava ancora sul movente probabilmente collegato al rapporto tra i due uomini, una volta molto legati, che negli anni è andato logorandosi. I carabinieri sono al lavoro per cercare anche il cellulare che potrebbe essere la chiave di volta nella risoluzione del giallo sull’omicidio insieme all’autopsia che sarà svolta mercoledì mattina dal medico legale Ilaria Marradi e che dovrebbe chiarire anche la direzione in cui è stato sparato il colpo. Intanto, in attesa di comparire di nuovo davanti al giudice, Marjan Pepa in carcere è seguito da una psichiatra per cercare di migliorare le sue condizioni confusionali, che gli avrebbero impedito secondo quanto riferito dallo stesso ex autotrasportatore di raccontare particolari della vicenda, perfino al suo legale.