E’ stato un colpo di fucile ad uccidere Artan Kaja

E’ stato un colpo di fucile ad uccidere Artan Kaja

Redazione

di Redazione

Svolta nelle indagini dell'omicidio avvenuto alla Smurfit di Lunata. Gli esiti dell'autopsia rivelano che è stato un colpo di fucile sparato alle spalle a distanza ravvicinata ad uccidere l'imprenditore albanese.

Non è stata una pistola ma un colpo di fucile da caccia sparato alle spalle a distanza ravvicinata ad uccidere l’imprenditore albanese Artan Kaja trovato cadavere martedi della scorsa settimana in un piazzale dell’ azienda Smurfit di Lunata. Lo evidenzia l’esito dell’esame autoptico eseguito dalla dottoressa Ilaria Marradi dal quale emerge che non è stato un proiettile unico, come risultato dalla radiografia, ma una cartuccia a pallettoni a penetrare nel cranio dell’operaio della cui morte è accusato l’ex amico Marian Pepa. Il foro di entrata è stato localizzato dietro l’orecchio destro della vittima mentre conficcati tra lo zigomo e la parte sinistra del cranio ci sono quattro pallettoni, che con la radiografia evidentemente erano stati scambiati per frammenti di un unico proiettile. Non c’è più dubbio che si tratti di una esecuzione e che Artan Kaja, quasi certamente, non abbia visto in faccia il suo omicida.  L’assassino quindi avrebbe atteso nell’ombra che la vittima finisse di lavorare alla movimentazione dei pancali per  poi sparargli alle spalle.  Intanto gli inquirenti sono ancora al lavoro per cercare anche il cellulare che potrebbe essere la chiave di volta nella risoluzione dei misteri legati a questo incomprensibile delitto classificato inizialmente come malore e morte sul lavoro. Da oggi non si cerca più una piccola pistola, ma un fucile da caccia probabilmente modificato con cui Artan Kaja è stato freddato di fronte all’azienda e trovato dalla moglie in una pozza di sangue. Marjan Pepa che si era autoaccusato dell’omicidio dell’operaio senza mai fornire alcune dettaglio è  seguito in carcere da una psichiatra e sarà riascoltato dal giudice nelle prossime ore.