Confindustria Toscana Nord traccia il bilancio del 2024: bene chimica-plastica e carta, male la moda

Confindustria Toscana Nord traccia il bilancio del 2024: bene chimica-plastica e carta, male la moda

Redazione

di Redazione

TOSCANA NORD - Pressoché stazionari i valori (rispetto al 2023) delle aziende lucchesi che hanno chiuso e quelle che hanno aperto.

Bene il settore della chimica-plastica e quella della carta e cartotecnica, male il macrosettore della moda. Sono alcune delle indicazioni del bilancio 2024 di Confindustria Toscana Nord, che comprende i territorio di Lucca, Pistoia e Prato, illustrato durante una conferenza stampa tenuta a Palazzo Bernardini, nel centro storico lucchese. Il tutto nato dalle rilevazioni del Centro studi sul quattro trimestre dell’anno scorso. Un’occasione utile a dare anche le prime previsione per il 2025 appena cominciato.

Rispetto al 2023, il dato annuale più positivo appartiene alla chimica-plastica con +3,2%, mentre carta e cartotecnica si ferma al +1,8% e alimentari e nautica chiudono con un +1,4%. Negativi invece le lavorazioni non metallifere (che includono, tra gli altri, il lapideo) con -1,6% sull’anno precedente, e il settore della moda, con addirittura un -9,2%. Illustrati anche i numeri relativi al settore edile, attestati fino al novembre 2024. All’epoca le imprese iscritte erano 1.964, lo stesso valore di 365 giorni prima. 8.498 il totale degli operai iscritti, in incremento di +2,8%.

Un bilancio 2024 che vede pressoché stazionaria, rispetto al 2023, la percentuale tra le aziende lucchesi che hanno cessato l’attività e quelle che l’hanno aperta. Nel reparto dell’industria siamo al -0,18%, mentre nei servizi e nelle costruzioni il segno è positivo, attestandosi rispettivamente al +0,85% e +0,36%. Più sofferenti il commercio e l’agricoltura, con i dati in segno negativo del -1,46% e -1,59%.

“La produzione manifatturiera lucchese chiude il 2024 con un segno positivo in media d’anno che, per quanto fermatosi a un esiguo +1,4%, è estremamente apprezzabile in un quadro nazionale di generale arretramento – commenta il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti -. Sono pochi i segni meno sui settori lucchesi: quello più netto, -12,2%, è della moda e non sorprende dato l’andamento generale del settore; ma segna -3,2% anche la lavorazione dei non metalliferi, che include il lapideo, mentre sono sostanzialmente stabili, a quota rispettivamente -0,2%, +0,4% e + 0,6%, la produzione di macchine, in particolare per il cartario, la metallurgia e gli alimentari. Ottime le prestazioni della chimica-plastica, che chiude il 2024 con +7,8% rispetto al 2023, in controtendenza rispetto a un dato nazionale leggermente negativo; ma anche la carta e cartotecnica segnano +2,9%, sensibilmente meglio del totale italiano. La nautica chiude il 2024 in positivo con un aumento in media d’anno del +1,4% su livelli già elevati di attività, che rispecchiano le prestazioni eccellenti nel medio periodo del settore viareggino. Per quanto riguarda l’export, i dati ISTAT dell’ultimo trimestre 2024 non sono ancora disponibili; i primi 9 mesi dell’anno sono comunque nettamente positivi, a +8,3%: dato questo che, è utile ricordarlo, rappresenta non volumi ma valori e che è quindi legato anche a fattori inflattivi e monetari. Le imprese lucchesi affrontano il 2025 con la consapevolezza della loro forza ma anche con le preoccupazioni che vengono da un quadro generale complesso, in cui fattori di costo come l’energia possono fare la differenza per la nostra competitività.”

“Il contesto internazionale in cui opera l’industria di Lucca, Pistoia e Prato, e più in generale l’industria italiana, presenta un profilo estremamente complesso e sfaccettato – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Il termine più adeguato per definirlo è quello che abbiamo dovuto usare tante volte in questi anni: incertezza. Alcuni fattori fanno ben sperare e hanno alimentato la fiducia anche nei mesi scorsi, influendo positivamente sui risultati del 2024: l’inflazione ha, o forse sarebbe meglio dire aveva, rallentato nettamente la sua corsa; il costo del denaro è diminuito e subirà verosimilmente dalla BCE ulteriori limature; gli interventi finanziati dal PNRR costituiranno un volano di sviluppo importante; l’occupazione nel corso del 2024 ha avuto un lieve sviluppo. Ma accanto a queste considerazioni ve ne sono altre molto meno confortanti: l’incremento dei costi energetici è un macigno sulle bollette delle aziende e un moltiplicatore di inflazione; le politiche daziarie che si prospettano da parte degli USA sono preoccupanti; le tensioni belliche e più in generale geopolitiche danno segnali contrastanti e complessivamente poco rassicuranti; i consumi ristagnano, persino più del previsto e non solo in Italia. E’ confortante la notizia dell’ISTAT di ieri di un sia pur lieve aumento della fiducia di imprese e consumatori a gennaio. Ma non è sorprendente che l’anno 2024 si sia chiuso per il complesso dell’area di riferimento di Confindustria Toscana Nord con i volumi di produzione in media d’anno a quota -2,2%, complice soprattutto l’andamento negativo del settore moda che è fortemente rappresentato a Prato ma ha punti di accentuata densità anche a Pistoia. Il risultato negativo del nostro territorio è molto vicino a quello italiano del complesso dei settori presenti in Confindustria Toscana Nord: la stima a livello nazionale, pur in assenza ancora dei dati di dicembre, si colloca intorno a -2%.”