Porto, un tavolo istituzionale per decidere il futuro ma gli operatori hanno già scelto

Porto, un tavolo istituzionale per decidere il futuro ma gli operatori hanno già scelto

Cinzia Chiappini

di Cinzia Chiappini

CARRARA - Un tavolo istituzione per concordare una direzione condivisa per il Porto di Marina di Carrara. Lo ha convocato a Palazzo Ducale il presidente della provincia Gianni Lorenzetti. Ma sulla strada da prendere istituzioni e operatori sembrano essere profondamente divisi.

La politica non è mai stata così compatta. Come ha dimostrato il voto in consiglio regionale, da destra a sinistra sono tutti d’accordo. Il porto di Marina di Carrara deve dire addio all’Autorità di Sistema del Mar Ligure Orientale e passare a quella del Mar Tirreno Settentrionale. Un tema che sarà al centro del tavolo istituzionale convocato per lunedì mattina in Provincia dal presidente Gianni Lorenzetti. La politica, la maggior parte dei sindacati e delle associazioni di categoria sono tutti filo toscani mentre l’Associazione Industriali non si sbilancia e la Cisl ricorda che la priorità è l’approvazione del Piano Regolatore Portuale. Gli unici che remano contro corrente sono proprio coloro che, all’interno dello scalo marinello, ci lavorano ogni giorno. Come ha anticipato a NoiTv Antonio Mussi, amministratore delegato di Grendi, “la maggior parte delle imprese del comparto e degli operatori non trova motivi per un cambiamento. Il lavoro fatto con Spezia è di ottima soddisfazione”. Un gradimento, quello degli addetti ai lavori, che la stessa Autorità ligure traduce in numeri: 95 milioni investiti dal 2016 a fronte dei 2 milioni pre unificazione e traffici triplicati. Certo passare alla giurisdizione Toscana non significherebbe tornare al pre-2016 ma anche di questi numeri, probabilmente, si parlerà lunedì a Palazzo Ducale.