CARRARA - Con numeri alla mano che dimostrano la crescita dei traffici negli ultimi anni, i terminalisti e gli operatori portuali si interrogano sulle ragioni della fretta nel passaggio dall'authority ligure a quella toscana sancito dall'accordo tra Lega e Giani.
Passare sotto l’Authority toscana? No grazie (meglio restare in Liguria). I terminalisti e le imprese del comparto portuale apuano sono d’accordo: dal 2016 la crescita c’è stata e la gestione è stata ottimale. A confermarlo Antonio Musso Grendi, amministratore delegato di Grendi Trasporti Marittimi, uno dei tre terminalisti del porto di Marina di Carrara. Nelle ultime ore l’AdSP del Mar Ligure Orientale ha comunicato i numeri relativi al porto di Marina di Carrara dal 2016 ad oggi, rimarcando un investimento da 95 Milioni di euro e una crescita del 200% del dato dei volumi movimentati, passati da 1,8 Milioni di tonnellate e 5,5 milioni.
Visti i dati e la preoccupazione per il Piano regolatore portuale che, verosimilmente, con un cambio al vertice subirebbe degli arresti, ci si interroga ancora sulle ragioni dell’ accelerata e sugli effetti dell’operazione che non è chiaro se sia a vantaggio di Carrara o della Regione Toscana.