LUCCA - E' l'allarme lanciato da Coldiretti sulla base dei dati sull’ultima annata agraria forniti da Irpet.
I cambiamenti climatici e gli eventi estremi frenano ancora la ripresa dell’agricoltura toscana che dalla pandemia in poi ha lasciato in campo quasi un quinto della produzione reale (-14,9%). Sono il turismo rurale, le fattorie didattiche, la trasformazione di prodotti vegetali ed animali, la produzione di energia pulita ma anche la manutenzione del territorio a tenere in piedi le aziende agricole controbilanciando il crollo dei raccolti. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati sull’ultima annata agraria forniti da Irpet secondo cui la produzione agricola, fortemente condizionata dall’annata negativa di vino, olio e frutta, è scesa del 3,9% nel 2023, a fronte del rimbalzo positivo della produzione reale derivante dalle attività secondarie (+7,6%). “Le attività secondarie, che comprendono tutte le attività agricole non primarie, generano 400 milioni di euro di valore, circa il 10% dell’intero valore alla produzione e rappresentano una fondamentale fonte di integrazione al reddito aziendale che ha permesso, e sta permettendo, a molte aziende di recuperare valore aggiunto e guardare al futuro con solidità. – spiega Coldiretti – Le aziende che hanno sposato la diversificazione affiancando la produzione di vino ed olio per esempio all’agriturismo, l’allevamento alla trasformazione di formaggi, mostrano una maggiore capacità di resilienza rispetto alle aziende tradizionali riuscendo, in parte o in tutto, anche a compensare le entrate dei mancati o ridotti raccolti”.