PIETRASANTA - Diffusi i risultati del progetto Ve-Nature voluto dalle aziende del lapideo versiliese per passare ai raggi X il peso sull'ambiente di tutta la filiera del marmo. Le imprese del Cosmave annunciano misure pe ridurre l'impatto dei processi produttivi.
Alti consumi di energia e di imballaggi, emissioni dovute allo smaltimento degli scarti di lavorazione delle cave, impiego massiccio di diesel per i trasporti e i generatori. Sono questi i processi responsabili del maggiore impatto sull’ambiente provocato dal comparto lapideo emersi da Ve-Nature, lo studio scientifico che proprio il Consorzio del marmo della Versilia ha commissionato nei mesi scorsi alla società Ergo del Sant’Anna di Pisa (sostenuto da Fondazione Cr Lucca e da Lucense).
Raccogliendo in due anni i dati di 15 imprese del Cosmave prese a campione, i ricercatori pisani hanno rilevato sei punti critici nella filiera, alcune inaspettate. E’ il caso della marmettola: non sarebbe tanto lo smaltimento in se a impattare sull’ambiente quanto le emissioni e i consumi dovuti al trasporto. Per questo un sito di trasformazione in area apuana eviterebbe gli attuali trasferimenti.
Entro la prossima estate le imprese intendono mettere in atto alcune azioni migliorative. Risparmi sui processi produttivi, riduzione degli scarti, monitoraggio continuo sui consumi sono le azioni che saranno messe in campo “Fare meglio con meno” – è il motto degli imprenditori del Cosmave che intendono far pesare questo impegno assunto nell’ottica della sostenibilità anche sui tavoli istituzionali della Regione dove si deciderà a breve del futuro delle cave.