TOSCANA - Stop alla legge appena approvata dalla Regione che regola gli indennizzi economici per i balneari uscenti (esclusi invece dal decreto legge del Governo). Giani: "Atto immotivato, difenderemo la legge alla Consulta"
Il Governo ha impugnato la legge sui balneari della Regione Toscana. La norma con cui la giunta Giani lo scorso luglio ha dato il via libera al rilascio di nuove concessioni attraverso i cosiddetti atti formali – prevedendo consistenti indennizzi ai concessionari uscenti – è stata ritenuta incostituzionale dal Consiglio dei Ministri, in quanto “in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di tutela della concorrenza”. Di qui, nel CdM di venerdì sera, la decisione di ricorrere alla Consulta.
L’ennesima doccia fredda per i balneari, specie in Versilia, dove all’indomani del via libera alla legge regionale (ben più generosa e chiara in termini di indennizzi rispetto al decreto infrazioni di agosto della premier Meloni) almeno una trentina di imprenditori hanno avviato la procedura per l’atto formale, chiedendo al Comune il rinnovo della concessione per 20 anni a fronte di nuovi investimenti.
“Atto immotivato, totalmente irresponsabile, frutto solo della contrapposizione politica. Difenderemo la legge presso la Consulta. atto totalmente irresponsabile, frutto solo della contrapposizione politica”. Così il presidente Giani e l’assessore Marras convinti che la loro legge colmasse il vuoto la lasciato dal decreto del Governo in tema di indennizzi, senza entrare in conflitto.
E adesso? Chi ha applicato la legge regionale rischia di vedere sfumare il rinnovo e l’indennizzo? Secondo l’avvocato Alessandro Del Dotto, uno dei padri della legge regionale, no. “Gli atti formali si potranno proporre, il Comune potrà istruirli mettendoli a gara” – afferma al Tg Noi. “Se non ci sono domande in concorrenza rilascia l’atto formale. Se ci sono altre offerte” – sottolinea – “o il balneare rinuncia all’istanza o il Comune sospende il procedimento in attesa del giudizio della Corte Costituzionale.”
E a proposito, per avere il parere della Consulta ci sarà da aspettare circa un anno. Durante il quale, c’è da scommetterci, potrà succedere ancora di tutto.