FIRENZE - Circa trecento manifestanti sotto il palazzo della Regione a Firenze per protestare contro le politiche regionali in materia di estrazione di marmo sulle Apuane. Ambientalisti da tutta la Toscana.
Mai nessuna dichiarazione fu più inadeguata di quella pronunciata dal governatore Giani che ha definito le Alpi Apuane “un grande giacimento economico”. Una vera e propria scintilla che ha fatto scatenare nuovamente la protesta degli ambientalisti, insieme all’ultima bozza del piano del Parco delle Alpi Apuane in discussione in Consiglio regionale. “Una presa in giro” – tuonano gli aderenti al comitato Apuane libere mentre versano sacchetti di marmettola di fronte al portone della Regione.
La richiesta è quella di riportare lo stato delle cose a prima del 2015, quando la giunta guidata da Enrico Rossi diede il via alla riapertura di circa 30 siti estrattivi, alcuni dei quali chiusi da trent’anni. Ma accanto al comitato per le Apuane, gli altri riuniti nel Coordinamento delle 5 montagne che si battono contro altrettanti progetti che interessano boschi e crinali toscani, dal Mugello fino all’Orrido di Botri.
E sullo sfondo della protesta, quasi come una beffa, il bianco del marmo di Santa Maria del Fiore con la sua cupola del Brunelleschi.