L’arcivescovo Giulietti sul Toscana Pride: “La nostra condivisione non può essere piena”

L’arcivescovo Giulietti sul Toscana Pride: “La nostra condivisione non può essere piena”

Redazione

di Redazione

LUCCA - Il Monsignore sottolinea che "discriminazione e violenze non hanno alcuna giustificazione", ma ha anche ribadito che "il sostegno per i problemi d'identità di genere non può consistere nell’assecondare percezioni di sé che possono essere collegate con problematiche diverse".

“Tutelare anche il diritto dei bambini di crescere con una mamma e un papà”. È questo il fulcro della nota diffusa dall’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti a circa dieci giorni dall’appuntamento con il Toscana Gay Pride, e indirizzata alla portavoce della manifestazione Monia Marcacci.

Lo ha detto nella lettera dopo aver espresso la ferma volontà di manifestare “vicinanza e solidarietà a tutti coloro che subiscono ingiuste emarginazioni: ogni persona ha diritto ad essere rispettata e accolta; discriminazione e violenze verbali o fisiche non hanno alcuna giustificazione, tanto meno religiosa”. Poi si inoltra all’interno delle rivendicazioni legali della comunità del Gay Pride, e qui l’arcivescovo è nettissimo a sostenere come “le leggi attuali sono sufficienti per tutelare le persone rispetto agli atti di odio o di violenza e alle discriminazioni” e, soprattutto, che “prima ancora dei desideri degli adulti, va tutelato il “superiore interesse” dei bambini di conoscere i propri genitori biologici e di crescere con un papà e una mamma, negato da talune forme di procreazione assistita, dall’adozione a single e coppie omogenitoriali e dalla pratica dell’utero in affitto”.

Una presa di posizione chiara che si conclude la considerazione che “il giusto sostegno da offrire alle persone con problemi di identità di genere, soprattutto in età infantile e adolescenziale, non può consistere nell’assecondare acriticamente e prematuramente delle percezioni di sé che possono essere collegate con problematiche diverse e in molti casi venire superate con l’età”. Una serie di punti che si traducono in un’unica considerazione finale: la condivisione della Chiesa di Lucca “della manifestazione e dei suoi obiettivi non può essere piena”.