FIRENZE - Balzo del biologico in Toscana: in meno di un decennio + 88% aziende agricole convertite al regime biologico e + 148% superfici ma serve intervenire sulla concorrenza sleale per salvaguardare imprese e consumatori.
L’invasione spropositata di prodotti biologici dall’estero – che ha fatto segnare un +40% nell’ultimo anno – minaccia il futuro di tutte quelle aziende agricole che hanno creduto ed investito nelle colture bio tanto da far conquistare alla Toscana il primato della regione a maggiore vocazione con il 37% delle superfici coltivate. Fa paura la quantità di prodotti alimentari biologici provenienti da paesi extra Ue che non assicurano la stessa qualità e sicurezza di quelli nazionali ma che finiscono spesso per essere venduti come tricolori grazie alla mancanza di un’etichettatura d’origine riconoscibile. A denunciarlo è Coldiretti Toscana in occasione della diffusione dei nuovi dati Ismea sull’agricoltura biologica che evidenziano l’importanza anche nel carrello della spesa. “Siamo di fronte all’ennesimo paradosso.– spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – L’assalto di prodotto straniero a basso costo rischia di mettere all’angolo quello regionale e nazionale di qualità. E’ necessario mettere un freno alla dilagante concorrenza sleale, servono stesse regole per il bio comunitario e quello dei Paesi terzi, poiché non è possibile accettare che entrino nel nostro Paese cibi coltivati secondo regole non consentite nella Ue.
Il settore dove è stato più evidente l’aumento degli arrivi è quello dei cereali. Nel giro di un anno le importazioni di grano bio sono aumentate di oltre trenta volte, cereale magari usato per fare pasta, pane e altri prodotti con il logo del biologico. Aumenti record anche per gli ortaggi bio, cresciuti dell’84%. In crescita pure gli arrivi di olio d’oliva (+15%) con l’Italia che è oggi al primo posto tra i Paesi importatori.